E-State con Uniser: Michelangelo e il marketing

Michelangelo PasiniBuongiorno a tutti!!!!! Michelangelo, 33 anni, vivo a Forlì, ho studiato a Forlì ma ho viaggiato un po’ ovunque per il mondo. Soprattutto in Asia e Medio Oriente. Quando non viaggio penso a come gli altri possano viaggiare e imparare nello stesso momento… Uniser in poche parole.

Di cosa ti occupi a Uniser?

In Uniser sono socio e membro del Cda, con delega al marketing.

Come è nata la tua collaborazione e poi associazione con la cooperativa?

È nata attraverso un’amicizia e una passione comune con il Presidente, Andrea Lombardi. Prendeteci per pazzi ma abbiamo speso parte del nostro tempo libero a parlare, analizzare, studiare e progettare per Uniser. L’abbiamo fatto prima informalmente poi ci siamo resi conto di avere spesso le stesse idee e allo stesso tempo di completarci a vicenda. La cosa si è fatta sempre frequente tanto da farmi innamorare di Uniser e del suo mondo. Di qui la richiesta di diventare socio e poi l’elezione in Cda.

Con che spirito hai intrapreso questo percorso?

Dire che è una sfida è banale ma allo stesso tempo è poco. Perché il nuovo Cda, di cui faccio parte, nasce in un momento molto particolare per Uniser, il momento in cui diventa grande. In cui si dota di un management importante, in cui cresce il controllo di gestione e si perfeziona e in cui si amplia la base sociale. Il futuro di Uniser è oggi. È il nostro presente.

Qual è la parte più divertente del tuo lavoro?

Nonostante le responsabilità crescenti in Uniser si può ancora creare e far volare la creatività. Il nostro mondo, quello della mobilità per l’apprendimento, è ancora relativamente vergine dal punto di vista del marketing, per questo possiamo osare e spingerci oltre. È qui che il lavoro incontra il divertimento.

La più appagante?

Ti racconto un episodio: ogni anno facciamo due cene/pranzi con dipendenti, soci e collaboratori vari. Quest’anno abbiamo deciso di farlo in una location molto particolare, un agriturismo sperduto nel verde in cui attorno alla piscina si è grigliato tutto il pomeriggio. Vedere colleghi e amici divertirsi, scherzare e passare una giornata insieme in una location così incredibile è stata la conferma che siamo decisamente sulla strada giusta.

….e la più stressante?

Decidere quale cravatta mettere ad un appuntamento particolarmente importante… (ride)

Qual è il ricordo più bello, il più divertente che hai di Uniser?

Il trasferimento nel nuovo ufficio. Dopo un anno di ricerca dello spazio, trattative, idee per l’arredamento, sogni e prospettive siamo riusciti a trovare un bellissimo open space, ampio e luminoso, con un approccio decisamente inedito per il nostro ambiente. Una volta progettato e arredato, una volta terminati tutti i lavori, ci siamo fermati un attimo, nel bel mezzo della stanza, e l’abbiamo ammirato: non puoi immaginare il sorriso che si è stampato in faccia a tutti noi.

Quali sono i tuoi progetti futuri a Uniser?

Qui si va su argomenti decisamente top secret… Direi: no comment.

Quali sono secondo te le sfide che Uniser dovrà affrontare nel futuro per migliorare ancora di più?

Uniser deve semplicemente rimanere coerente. Abbiamo imboccato in percorso che solo fino a qualche anno fa non sarebbe stato nemmeno immaginabile. Oggi riusciamo a dare lavoro a quasi venti persone muovendo studenti e lavoratori in giro per il mondo, con la convinzione che questo debba diventare un servizio di base per ogni persona, giovane e meno giovane. Dobbiamo solo continuare così, restando coerenti con le nostre idee: studiare e lavorare all’estero è un diritto importante tanto quanto l’istruzione elementare.

Cosa ti aspetti dal futuro per Uniser?

Il sogno oggi non è tanto crescere in numero e dimensioni quanto fare in modo che chi lavora in Uniser sia invidiato (passatemi il termine) perché è in un posto dove si sta bene, si fanno attività interessante, si è ben remunerati e così via.


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