Uniser Interns: Lettera ai futuri tirocinanti di Uniser

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Cari tirocinanti,

probabilmente starete leggendo questa lettera perché avete voglia, o avete già avuto la possibilità, di fare un tirocinio presso Uniser. Magari, vi starete chiedendo come funzioni questo posto e in cosa consisterà il vostro ruolo. Ovviamente, non posso sapere cosa faranno fare a voi, ma posso parlarvi del mio tirocinio, cercando di presentarvi l’azienda nel modo in cui l’ho conosciuta io.

La mia esperienza in Uniser è cominciata il 1 luglio 2016. Sono arrivata a Uniser “per caso”: è stata l’università, nell’ambito di un tirocinio avanzato (tirocinio finalizzato alla tesi), ad abbinarmi a questa cooperativa. A Uniser serviva qualcuno che traducesse le brochure del nuovo sito e sottotitolasse i video verso l’inglese, quindi eccomi qua.

Avrete già letto del calore che questo posto emana: appena ci si avvicina a Uniser, si intuisce subito che questo posto ha qualcosa in più. Saranno, forse, gli innumerevoli pranzi nella cucina dell’azienda (sì, quest’azienda ha una cucina!), la professionalità e la disponibilità di tutti i dipendenti o il livello di soddisfazione mostrato da chi lavora con Uniser. Personalmente non so ancora cosa sia, ma questo posto offre un vero tirocinio e non solo. Non mi credete? Giudicate voi stessi!

Il giorno in cui ho iniziato, abbiamo fatto un pranzo tutti insieme. Non è la prima volta che faccio un tirocinio, ma è stata la prima volta in cui qualcuno mi abbia preparato un (ottimo) pranzo di benvenuto. L’effetto che quest’attenzione ha avuto su di me lo lascio immaginare a voi.

Durante la prima parte del tirocinio, ho intervistato i membri dello staff: avevo bisogno di raccogliere informazioni sull’azienda sia per capire il contenuto delle brochure, sia per presentare l’azienda nella mia tesi. Ovviamente, questi incontri si sono trasformati in occasioni per conoscere da vicino tutti quelli che lavorano da Uniser e per capire di cosa si occupano: ognuno di loro mi ha mostrato un “pezzetto” dell’azienda. Alla fine, il puzzle l’ho ricomposto io.

Pian piano, ho avuto la possibilità di seguire da vicino alcuni progetti di mobilità di cui Uniser si occupa. Ho seguito, infatti, alcune fasi dei progetti in accoglienza. Si tratta di progetti che permettono a ragazzi provenienti da altri paesi dell’Unione Europea di venire a svolgere un tirocinio in Italia. Quando arrivano, Uniser organizza una formazione per fornire loro tutte le informazioni di cui avranno bisogno durante la loro permanenza. Il primo giorno di tirocinio, ogni ragazzo viene accompagnato in azienda, gli viene spiegato come raggiungere la propria impresa con i mezzi d trasporto e di cosa dovrà occuparsi durante il tirocinio. Ovviamente, in queste fasi, la lingua di lavoro è l’inglese perché i ragazzi che arrivano per il tirocinio non parlano italiano. Per uno studente di lingue questi rappresentano ottimi esercizi di mediazione tra i bisogni dell’azienda ospitante e i bisogni del tirocinante.

La possibilità di far pratica con le lingue straniere non riguarda solo l’inglese. Come di certo saprete, Uniser organizza gli
Aperitandem, aperitivi durante i quali i tirocinanti possono conoscersi tra loro e incontrare gente del posto. Sono questi i momenti più stimolanti per chi studia una lingua: i tirocinanti arrivano in Italia con il loro bagaglio culturale, con esperienze da condividere e con la voglia di mettersi in gioco nei tandem linguistici. Trovarsi al tavolino di un pub di Forlì con un tedesco, uno spagnolo e un francese è una parentesi internazionale da non farsi scappare, oltre a sembrare l’inizio di una promettente barzelletta.

La mia esperienza da Uniser, attualmente in corso, mi ha portata a partecipare a incontri durante i quali l’azienda “si apre” ai suggerimenti di tutti i dipendenti e si nutre della creatività di tutto lo staff. Durante uno di questi incontri, detti per l’appunto Open Uniser, ci è stato chiesto di fare proposte nell’ambito di due progetti di Partenariato Strategico (EBA e EQAMOB). Non so quante siano le aziende che permettono anche agli ultimi arrivati di partecipare così attivamente ai nuovi lavori dell’azienda e che tengono veramente in conto le proposte di tutti i membri dello staff.

A questo punto, dovreste avere un numero sufficiente di elementi per immaginare come possa essere un’esperienza da Uniser e decidere in autonomia se ne vale la pena.

Ora torno al mio tirocinio.
A presto,

Guenda


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