Professionisti ungheresi del settore vitivinicolo in visita alle eccellenze romagnole

Una settimana in Emilia-Romagna, dormendo in un paese termale e passando il tempo tra cene tipiche romagnole e incontri con le migliori realtà enogastronomiche della regione. Non è un sogno, ma la fotografia dei giorni vissuti da otto professionisti del settore vitivinicolo (tra loro ci sono docenti di scuole agrarie, docenti universitari ed enologi) che dall’Ungheria sono venuti in visita tra Riolo Terme, Cesena, Forlì e Ravenna grazie alla collaborazione che abbiamo stretto con il partner Polip Ifjusagi Egyesulet.

L’incontro con AIS ROMAGNA

Se la prestigiosa rivista Forbes ha eletto la cucina emiliano-romagnola come la migliore del mondo, noi romagnoli abbiamo l’obbligo morale di mostrare le realtà che hanno contribuito a questo premio. O no?
Abbiamo deciso di dividere l’esperienza in tre categorie, per consentire di apprezzare tutte le sfumature di una filiera davvero varia: le scuole, perché per offrire un prodotto e un servizio di qualità sono necessari studio ed esperienze di tirocinio. Poi, le cantine: il vino romagnolo che, anche se deve vedersela con concorrenti come Toscana o Francia, sta diventando un punto di riferimento non solo in Italia ma anche per quanto l’export, sempre in continua crescita. Infine le istituzioni e le associazioni legate al settore, senza le quali le realtà produttive, artigianali o industriali che siano, faticherebbero decisamente ad imporsi in un mercato saturo e difficile come quello enogastronomico.

Le visite nelle scuole
In regione ci sono alcuni dei migliori istituti italiani del settore enogastronomico, sono realtà che affiancano all’insegnamento frontale un impegno (e investimento) quotidiano e costante nei laboratori; caratteristiche, queste, che durante le visite hanno lasciato a bocca aperta anche professionisti scafati come quelli della delegazione ungherese. Qualche esempio? Il IPSAA Persolino-Strocchi di Faenzaha al suo interno ha una vera e propria cantina che permette ai ragazzi, con l’aiuto di docenti esperti, di vinificare e vincere premi: è il caso dell’albana di Romagna doc passito chiamato Ultimo giorno di scuola prodotto dall’Istituto, che per diversi anni si è aggiudicata il premio Vino del tribuno. All’Istituto Tecnico Agrario Garibaldi/Da Vinci di Cesena l’emozione di camminare in un roseto con oltre 150 varietà di rose ha sciolto anche i cuori più aridi!  L’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi di Riolo Terme ha preferito prendere tutti per la gola: gli studenti hanno infatti preparato un pranzo di numerose portate che ha avvicinato la delegazione al cibo di casa nostra: i piatti forti, e quelli più apprezzati, sono stati sicuramente i passatelli e i tradizionalissimi cappelletti!

Nella cantina dell’IPSAA Persolino-Strocchi
Il roseto dell’Istituto Tecnico Agrario Garibaldi/Da Vinci
Il pranzo all’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi

Le visite nelle cantine
Il secondo passo del viaggio che attraversa la filiera enogastronomica romagnola non poteva che essere dedicato alle cantine, in un itinerario che è bello proprio perché vario: i Poderi dal Nespoli, forti della collaborazione con un colosso del settore, negli ultimi anni hanno ristrutturato gli stabilimenti rendendoli all’avanguardia e continuato nel percorso di esportazione iniziato tanti anni prima; dalla vendemmia 2014 invece tutti i terreni, le uve e i vini della Cantina Tremonti sono certificati biologici dall’ente certificatore Suolo e Salute di Fano. Per la Tenuta Pandolfa “il rinnovamento della villa e dello splendido parco in cui è immersa, finalizzato anche a ospitare eventi artistici e culturali, ha camminato di pari passo con un maggiore impegno enologico basato sull’integrazione di una moderna struttura di vinificazione con la stessa villa, la valorizzazione delle splendide cantine sotterranee” (Ville & Casali).

Una bottiglia di vino in regalo all’enologo della Tenuta Pandolfa
Foto di rito ai Poderi dal Nespoli

L’incontro con le istituzioni e associazioni
L’ultima tappa dell’avventura della delegazione ungherese in Romagna è un doveroso tributo alle realtà che ogni giorno si impegnano per promuovere la cultura del buon cibo e buon vino. Istituti scolastici d’eccellenza e un tessuto imprenditoriale vivace non basterebbero da soli: l’educazione e la sensibilizzazione della società è una tessera fondamentale del puzzle enogastronomico della nostra regione. L’incontro con Ais Romagna, la costola romagnola dell’Associazione Italia Sommelier che (tra degustazioni, eventi e pubblicazioni) è senza ombra di dubbio la realtà più attiva nella valorizzazione dei prodotti vitivinicoli di casa nostraCasa Artusi è invece un’eccellenza tutta romagnola, che non può aver alcun competitor nel mondo: dedicata a Pellegrino Artusi (nato a Forlimpopoli, dove appunto la casa ha sede), una delle figure cardine per lo sviluppo dell’enogastronomia a livello internazionale, (scrive nel 1891 il celeberrimo La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene) è il centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana: Casa Artusi è scuola di cucina, biblioteca, ristorante e tanto altro!

Questa settimana alla scoperta dell’Emilia-Romagna a tavola è un altro modo di fare mobilità internazionale: non solamente tirocini e stage, ma anche approfondimenti, visite e meeting dedicati a professionisti.
Dove avremo il piacere di portare i prossimi? Alla scoperta di quale settore economico del nostro paese?


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