Gli alternativi: 7 regine e 6 leoni a Saragozza

Per raccontare la storia di tredici adolescenti in Erasmus bisogna andare con le pinze perché ciascuno di loro tiene per sé i ricordi più preziosi. Per questi ragazzi l’opportunità di partire in mobilità nasce dal progetto Alternativo 2019, grazie al quale studenti di tutte le scuole superiori dell’Emilia Romagna hanno l’opportunità vivere esperienze di tirocinio all’estero della durata di 3 settimane.

Ma da dove nasce la scelta di questi nomi bizzarri? L’idea di chiamare il gruppo reinas (regine) e leones (leoni) risale ad una delle missioni per conoscere i simboli e le personalità storiche della città ospitante, Saragozza. I ragazzi si sono immedesimati con questi sostantivi esternando così al mondo le loro esilaranti identità.

Primavera e pre partenza

Il gruppo si è preparato sin dall’inizio per affrontare con coraggio questa voglia di una nuova normalità insieme al loro group leader, Bruno.

Tra il webinar prepartenza e videoconferenze serali i partecipanti Alessandro, Alice, Andrea, Catalina, Chiara, Federico, Gioia, Giuseppe, Leonardo, Nicola, Sahar, Simona e Valeria si sono organizzati al massimo: asciugacapelli, casse musicali, carte da gioco, moka e quant’altro da mettere in valigia. Non poteva mancare proprio nulla!

In tanti hanno espresso il desiderio più latente in questo periodo di “vivere più esperienze possibili e il miglior modo è cambiando completamente aria” con una bella esperienza a Saragozza, in Spagna.

Lungo viaggio e convivenza in appartamento

Ventiquattro giorni sono tantissimi e molto dipende da com’è composto il gruppo: i ragazzi evolvono giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Valeria Chiti ha raccontato che “la convivenza è stata molto piacevole, anche grazie alle diversità che hanno avuto modo di esprimersi. Le difficoltà sono inevitabili soprattutto passata l’agitazione dei primi giorni e come in ogni gruppo ci sono persone che fanno troppo, persone che non fanno, persone casiniste, persone silenziose, persone testarde e tanti altri tipi… ma come è bene che sia si è sempre risolto tutto con delle grandi risate e la cosa più sorprendente è stata la scelta di mangiare sempre insieme che a parer mio era il momento più bello e importante della convivenza”. Tutti si son dimostrati capaci e fieri nell’organizzazione dei turni in cucina tra le diverse esigenze culinarie e gestendosi anche con il coprifuoco della città, locali e negozi.

Kike e Asociación Mundus

I ragazzi son stati ricevuti a braccia aperte dal partner Asociación Mundus, capitanato dal giovane tutor Kike che da subito ha accolto la simpatia e l’energia carismatica del gruppo. I compiti dell’associazione durante questi giorni hanno riguardato la formazione, il monitoraggio dei tirocini aziendali e l’organizzazione di attività culturali come il city tour e visita al Castello dell’Aljafería, patrimonio culturale e sede istituzionale della comunità autonoma d’Aragona.

Il tutor spagnolo ha avuto l’opportunità, attraverso un gioco organizzato, di far vivere las “tapas” a una parte del gruppo, per questo Gioia Della Mura ha commentato: “È stata proprio una serata divertente, abbiamo finalmente visitato il tubo, zona della movida, mangiando prelibatezze spagnole; poi, ci siamo spostati direttamente al dolce perché eravamo piene ed abbiamo mangiato delle crocchette dolci”. E ha aggiunto: “Kike é stato molto disponibile e gentile”.

Tirocinio e corso online

Prima ci sono i doveri e poi i piaceri. Durante la loro permanenza, i ragazzi hanno svolto i loro tirocini in aziende di diversi settori, cosa non sempre facile o immediata, in quanto la ripartenza richiede tempo, pazienza e perseveranza.

Catalina Vozian ha raccontato la sua esperienza di social media in un’azienda di robotica: “Sono contenta di aver avuto l’opportunità di fare questa particolare esperienza in quella compagnia. Mi è piaciuta l’organizzazione e quello che fa l’azienda. Ho potuto imparare come avviare una startup, che ha grandi possibilità di sviluppo sin dall’inizio. Queste tre settimane mi serviranno sicuramente per il mio prossimo lavoro, anche se a volte mi sembrava di non riuscire a ritrovarmi e tutto era forse un po’ monotono, ora capisco che in realtà tutto era come doveva essere”. Invece, per Alessandro Botti, che era nella stessa azienda, ha cambiato la sua visione lavorativa: “La difficoltà maggiore è sicuramente stata adattarsi alla situazione, per me completamente nuova: operare nell’ambiente di marketing e tecnologia non è mai stato tra i miei principali interessi. In ogni caso sono contento, perché grazie all’Erasmus ho finalmente capito meglio cosa voglio fare nel futuro”.

Altri ragazzi hanno lavorato in ambito ristorazione, vendite di biciclette, GPS e tracciamento tecnologico, riparazione climatizzatori, ecc. Tra loro c’è Simona Conte che ha commentato: “Nonostante alcuni disguidi iniziali, la mia esperienza in hotel mi ha fatto crescere tanto. Ho capito la stanchezza che si prova dopo una giornata di lavoro; dialogando con i clienti sono riuscita ad abbattere un po’ la mia timidezza ed al tempo stesso ho migliorato le mie competenze linguistiche in inglese e in spagnolo. Inoltre, ricevere i complimenti per come ho lavorato è stato veramente appagante e mi ha lasciato un grande senso di soddisfazione”. E Chiara Carnevali ha dichiarato: “Il mio datore di lavoro è sempre stato gentilissimo, simpatico e comprensibile. Il lavoro era un po’ monotono a volte, tra ufficio e piattaforme gestionali, ma a nei momenti di pausa ho avuto occasione di fare rete e conoscere i miei colleghi”.

Un tasto dolente durante la mobilità e il tirocinio è stato svolgere il corso online per migliorare le competenze linguistiche. Tuttavia, i sacrifici hanno ripagato e Giuseppe Cozza si è detto soddisfatto dopo i risultati del test finale: “Il corso è stato molto utile per imparare lo spagnolo o per rispolverare quelle poche conoscenze linguistiche che conoscevo. Non è mancata la collaborazione tra i compagni”.

Tempo libero e nuove amicizie

Nel corso dell’esperienza non sono mancati momenti divertenti durante il tempo libero e, pur con alcune restrizioni dovute alla pandemia, Saragozza si è prestata molto bene alla scoperta. Inoltre, i ragazzi hanno fatto amicizia con un altro gruppo che si trovava in mobilità a Saragozza e, anche insieme alla group leader Bianca, hanno passato diversi momenti insieme come serate a passeggio per la città, alla scoperta delle sue vie e piazze, ma anche delle sue prelibatezze culinarie.

Tra le attività svolte nel tempo libero, c’è stato spazio per corse ed emozioni al Karting La Torre, dove i ragazzi si sono divertiti moltissimo. Nicola Sava è un esperto di kart e ha commentato così l’esperienza: “Serata molto divertente, sono fanatico delle corse sin da quando ero piccolo, una passione che è nata e che non è mai terminata”.Anche Andrea Lugini ha raccontato com’è andata: “Bellissimo! Siamo andati al kart; ci hanno fatto un mini tutorial, un giro di prova, per poi fare le gare, entrambe cronometrate. Tra un incidente e un tamponamento siamo arrivati tutti a casa sani e salvi”.

Non sono mancate le visite culturali e c’è chi ha visitato il museo di Goya, la cattedrale El Pilar, la Expo, i giardini pubblici oppure l’acquario, come ha fatto Sahar Bouzaiene: “Da tempo volevo visitare questo posto perché vado pazza per gli zoo e per i luna park, perciò, perché non andare? Sono andata con Chiara, Alessandro e Catalina e mi è piaciuto un sacco”. Altri hanno preferito approfittare dei gusti e sapori della cultura sudamericana provando tequeños, empanadas, arepas e pastelitos. Ma ci sono anche persone più riservate come Alice Bellelli, a cui per stare bene bastava “andare al fiume o fare un giro la sera al fresco e ridere con gli amici dell’Erasmus”.

Group leader e le sfide settimanali

Una figura che ha supportato e gestito il gruppo è stato l’accompagnatore GL, Bruno. Ha avuto tanta pazienza, cura e dedizione per ogni partecipante. Per loro si è messo alla prova durante la mobilità e la convivenza proponendo “retos semanales” (sfide settimanali) a livello culturale e dei giochi per passare del tempo insieme. Riguardo a questo, Leonardo Raffaelli ha commentato: “Di sfide settimanali purtroppo non ne ho fatte tante perché nella maggior parte ero a lavoro. Però quelle che son riuscito a fare sono state belle. Ho potuto conoscere meglio la città”, mentre per Gioia: “le sfide sono state quel qualcosa in più per unirci come gruppo”. Per Chiara :“la sfida più difficile è stata quella di scrivere delle lettere di addio ai compagni di viaggio”. Invece, Catalina ha affermato: “Non mi aspettavo di avere un rapporto così speciale con il nostro tutor. All’inizio mi sembrava che sarebbe stata come una relazione studente – insegnante, ma nel tempo tutto è cambiato ed è diventato più una relazione genitore – figlio. È una persona con cui puoi parlare di qualcosa di assoluto, senza pensare al modo in cui ti esprimi. È qualcuno con cui hai voglia di passare il tempo e fermarti a riflettere senza mai sentirti giudicato, ti dà una sensazione di pace ispiratrice bellissima”.

Poi, c’è chi ha preso esempio dall’accompagnatore per intraprendere in un futuro, durante l’università, la vita da group leader, proprio come Federico Mastrecchia: “Adoro viaggiare e questa è già la quarta esperienza all’estero e ogni anno è sempre più speciale e mi piacerebbe trasmettere questa mia felicità e passione con i ragazzi che spero un giorno di accompagnare anch’io. Inoltre proprio come successo a me, penso sia un ottimo mezzo per aprire la mente e diventare pressoché autonomi e molto più responsabili”.

I sentimenti sono all’ordine del giorno

Durante l’Erasmus si vivono emozioni forti. Per Catalina c’erano quei giorni dove “Il desiderio di casa era sempre presente. All’inizio dell’esperienza ero molto emozionata e l’euforia aveva superato la nostalgia del calore familiare ma è bello avere i miei cari al mio fianco, di certo non rimpiango nessun momento di esperienza che ho vissuto qui con tutte le persone che ho incontrato”. Alessandro ha commentato con entusiasmo: “I miei compagni di viaggio si sono rivelati sin da subito delle persone fantastiche. Mi sono sentito veramente parte di un gruppo anche perché ho festeggiato con loro il mio diciottesimo, e per questo devo ringraziare tutti di cuore”. Infine, Simona ha concluso dicendo: “La Spagna è magica, ma le persone che ho incontrato lo sono ancor di più. Ognuno di loro mi ha arricchito come persona, lasciando un segno indelebile che porterò sempre con me”.
D’ora in poi ciascuna “regina” e ogni “leone” ricorderà con piacere Plaza de España, il fiume Ebro, Plaza El Pilar, le tisane di mezzanotte, i post – it simpatici attaccati al frigo, la bacheca del GL, i turni di pulizia, le corse verso i mezzi pubblici e soprattutto la gentilezza degli spagnoli, la loro voglia di divertirsi e le loro particolarità.

Buon ritorno a tutti e buon inizio estate!


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