Con il progetto europeo MY FVG TOUR tanti studenti della regione del Friuli Venezia Giulia hanno la possibilità di vivere un’esperienza formativa Erasmus+. Questa volta è stato il turno di Anastasia, Fruzsina, Giorgia, Giulia, Elena, Jodie, Lisa, Luca, Mattia e Noemi che durante il mese di agosto 2021 sono partiti alla volta di Saragozza accompagnati in un primo momento dalla docente Monica e, successivamente, dal group leader Bruno.
Chiamateci “Los Karambolas”: l’alloggio!
Per ventiquattro giorni i ragazzi hanno convissuto in un palazzo dedicato agli studenti in Erasmus+ che porta il nome di “Karambolas” come una delle giocate di biliardo. Il gruppo era diviso in due appartamenti in diversi piani del condominio. La struttura si trova presso le vicinanze di Paseo de la Gran Vía e di Paseo de Fernando el Católico: due grandi viali spaziosi per le passeggiate pieni di negozi e locali di ogni tipo, fontane a forma di montagna, monumenti di grandi artisti e alberi altissimi che decorano i marciapiedi e che offrono accesso immediato sia al centro storico della città e sia ai luoghi naturali del canale imperiale della regione di Aragona.
I ragazzi del secondo piano hanno specificato “alloggiavamo complessivamente in sette: cinque ragazze e un ragazzo e i nostri accompagnatori in periodi differenti. La convivenza ha mantenuto per tutto il periodo di permanenza un clima di collaborazione costante: ci siamo accordati sulle spese, le faccende domestiche e la cucina. In quanto ai rapporti tra noi componenti dell’appartamento, non sono mancati gli alti e bassi, come è normale che sia in una coabitazione che per molti era una prima esperienza, in un gruppo oltretutto abbastanza numeroso. Ci sono state tuttavia diverse occasioni di dialogo utili allo sviluppo delle capacità partecipative e comunicative, permettendo a ciascuno di noi di vivere un’esperienza serena e tranquilla, confrontandoci e discutendo, migliorandoci e riconoscendo le nostre responsabilità. È stato quindi un soggiorno piacevole, dal quale sicuramente ciascuno di noi ha imparato qualcosa di prezioso che gli sarà utile in futuro.”
Al quinto piano, dove c’erano tre ragazze e un ragazzo, la regola d’oro era “Carpe diem” perché, come ci raccontano i ragazzi “abbiamo vissuto questa convivenza cercando di cogliere e vivere al massimo ogni momento. Pur avendo condiviso degli anni scolastici insieme abbiamo imparato a conoscerci e stringere un forte legame. La convivenza non è stata semplice ma abbiamo sempre trovato dei punti d’incontro per renderla più leggera. Ne abbiamo viste delle belle e ci siamo uniti molto.”
Hosting partner, formazione e tirocinio
I ragazzi hanno svolto tirocini presso aziende spagnole grazie alla collaborazione di Asociación Mundus e il tutor spagnolo Pablo che hanno seguito da vicino i risultati e lo sviluppo delle competenze professionale dei ragazzi. Tra loro troviamo Jodie Foscaro che ha svolto la sua esperienza presso un museo e ha spiegato in dettaglio: “Il mio impiego lavorativo era al Palazzo di Sastago, una struttura risalente al XVI secolo, suddivisa in due aree espositive. La prima, accessibile attraverso visita guidata, riguarda le sale più antiche del museo, caratterizzate da dipinti, sale da ballo e un’ampia biblioteca. La seconda, invece, ospita a rotazione diverse esposizioni di arte moderna e contemporanea.” Ha precisato anche che “il personale che ci ha accolto è stato fin da subito cordiale e disponibile, illustrandoci e seguendoci nello svolgimento dei nostri compiti giornalieri. Nel complesso, il soggiorno lavorativo ci ha permesso di approcciarci concretamente al mondo del turismo, finora limitato allo studio scolastico e di migliorare le abilità che ci caratterizzano, nonché di arricchire le nostre conoscenze.”
Proseguendo, Giulia Lo Cigno ha avuto l’opportunità di lavorare in un’impresa familiare dedicata al caffè. “Il Criollo è una caffetteria speciale, sia per la particolarità dei prodotti che offre ma soprattutto per le persone che la compongono: il mio rapporto con lo staff era al top, il meglio che mi potessi aspettare perché raggiungevo il posto di lavoro col sorriso stampato in faccia, sapevo che mi stavano aspettando persone fantastiche con le quali mi sarei divertita anche quando svolgevo un compito che richiedesse concentrazione. Inoltre, in quei momenti in cui non c’era molta gente in caffetteria ballavamo e cantavamo insieme a tutto lo staff, ed è anche grazie a loro se quest’esperienza è stata per me formativa e unica nel suo genere.”
Anche Mattia Firicano ci ha raccontato la sua esperienza: “Ho lavorato in un hotel a 3 stelle. Li ho potuto lavorare sia in caffetteria ed in reception. Quello che mi porterò nel cuore, oltre a tutto ciò che ho imparato, è sicuramente lo staff, persone stupende con una storia da raccontare e che non mi hanno mai fatto sentire fuori posto, mi hanno sempre aiutato quando ne avevo bisogno e soprattutto mi hanno fatto divertire un mondo.”
I ragazzi hanno partecipato ad alcuni momenti di formazione, organizzati da Mundus, come quella alla Fundación Integración y Empleo y Fundación Picarral, proprietarie delle realtà sociali di Mapiser e Arapack che appartengono alla Cooperativa del Mercado Social de Aragón: in questa occasione il gruppo ha visitato gli stabilimenti lavorativi, sicuri e protetti, che s’incaricano del reinserimento lavorativo di soggetti fragili e di individui disoccupati. Hanno avuto la possibilità di osservare le attività produttive, conoscere nuove persone nonché di curiosare anche nella sezione abbigliamento dell’usato nel padiglione “aRopa2”.
La città del fiume bro
I ragazzi hanno visitato poco a poco Saragozza. Per alcuni, come Lisa Zara, la città in piena estate si è presentata “un po’ spenta” perché in pieno agosto ci sono le vacanze estive e la famosa movida non è vissuta al 100% ma non si è fermata perché “fortunatamente io insieme al mio gruppo abbiamo portato un po’ di allegria per le strade della città.” Noemi Tomi, incantata, ha detto la sua “Saragozza mi è parsa una città magica, ogni suo angolo ha qualcosa da raccontare. I luoghi che più mi sono piaciuti sono Plaza del Pilar che, sia di giorno che di notte, regala emozioni uniche e Parque Grande José Antonio Labordeta con le fontane che ti trasmettono tranquillità e spensieratezza ma in serata si creano giochi di colori che rendono il posto una vera fiaba.”
Ad Anastasia Sancovik, innamorata di ogni angolo della città, è piaciuta tanto la caccia al tesoro cittadino degli ultimi giorni perché “ci ha fatto scoprire nuovi posti che nonostante le tre settimane di permanenza, non avevamo ancora visto.”
Accompagnatori, crescita e autonomia
Durante l’esperienza i ragazzi hanno avuto il supporto di Monica e Bruno. Come ha raccontato Elena Signorin “il loro ruolo era quello di farci da tutor, di fornire informazioni e di risolvere dubbi e problemi che il gruppo trovava sulla sua strada. Posso dire personalmente che loro hanno fatto molto più che i tutor: hanno ricreato un’atmosfera familiare durante un periodo in cui ero separata da parenti e amici, stando insieme a tavola e ridendo come degli amici di vecchia data.”
Per Fruzsina Somogyi l’esperienza Erasmus ha incentivato tanti nuovi compiti come “gestire le mie spese autonomamente, affrontare diversi problemi con soluzioni veloci. Ho scoperto nuove abitudini e nuove culture. Ho avuto l’opportunità di apprendere diverse abilità sul campo del lavoro che mi saranno molto utili nel futuro. Ho accelerato alcune mie competenze sociali e civili nonché di crescere, di riflettere e di migliorare me stessa.”
Il coraggio di mettersi in gioco
Quando si parte in Erasmus+ si creano delle aspettative e sorgono delle paure e delle incertezze. Ci sono persone che prendono l’iniziativa per stravolgere la loro vita anche in poco tempo. Una delle ragazze, Giorgia De Lorenzi, ha espresso in merito alla sua esperienza: “Ci sono stati momenti in cui mi sentivo serena e felice. Tuttavia, alcuni giorni sono stati impegnativi non solo per la stanchezza fisica ma anche a livello psicologico; cambiare paese, parlare in un’altra lingua, condividere l’appartamento con altre persone per un periodo abbastanza lungo non è stato sempre facile. D’altronde questa esperienza è stata la mia prima volta all’estero e la prima volta che ho preso l’aereo. Perciò la nostalgia di casa e delle persone a cui voglio molto bene un po’ l’ho sentita.”
Diversamente, chi ha già fatto esperienza di vita comunitaria mette in guardia i futuri partecipanti perché l’Erasmus sia impeccabile, come si è espresso, senza mezzi termini, Luca Strain: “Le persone che scelgono di fare questa scelta devono essere consapevoli che si dovrà fare una vita di convivenza, che non sarà come stare a casa loro e quindi partire con l’idea di vivere insieme ad altra gente senza farsi troppi problemi. Questa esperienza serve a formare la persona e ad aprire la mente a nuovi orizzonti.”
Questi ragazzi son tornati alla carica per concludere l’estate, superare gli esami di recupero, diventare testimoni di questa mobilità europea e soprattutto ritornare a scuola a settembre!
In bocca al lupo, karambolas!
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