In Andalucía non si mangia la paella e altre scoperte incredibili con il progetto START-UP EUROPE

Il 14 ottobre, 11 studenti sono partiti alla volta di Siviglia grazie al progetto Erasmus+ START-UP EUROPE. Di rientro il 6 novembre, ci hanno raccontato la loro esperienza di mobilità in Spagna.

“È ottobre, non un ottobre qualunque: non sono a scuola, non sto studiando matematica, storia o una materia qualunque, no. Sto imbastendo il futuro della mia vita, mattone dopo mattone: sono in Erasmus, dico “sono” perché potrei essere uno qualunque di questo sorprendente gruppo di undici ragazze e ragazzi. Ora potrei elencarvi tutti i nomi dei miei compagni d’avventure ma non lo farò perché oramai non esiste più un io esiste solo un noi. Caro lettore, non ci dimentichiamo della nostra splendente e radiosa tutor Cinzia, che spesso ci ha tirati fuori dal baratro del sonno in cui tutti, presto o tardi, cascavamo una volta finito di lavorare, che aveva sempre energie e tanta voglia di fare. 

Già dal Guglielmo Marconi si scalpitava, nonostante le poche ore dormite, per partire alla volta di un viaggio indimenticabile. Saliti sull’aereo però è iniziato il primo problema: l’aereo non partiva e stiamo fermi 50 minuti prima del decollo. Una volta atterrati è arrivata la seconda difficoltà: Carlos, il nostro autista, non si fa trovare e ci troviamo a camminare svariati minuti con le nostre valigie. Ma alla fine siamo arrivati a destinazione senza troppi intoppi, e questo è l’importante.

A questo punto il gruppo si divide in due: ragazzi di Siviglia est e ragazze del centro. Da qui si notano le prime differenze riguardanti la calorosità delle famiglie, la comodità della posizione della casa, la qualità del cibo e degli orari di lavoro. Non sempre è stato facile e abbiamo dovuto far i conti con alcune sfide che però abbiamo sempre affrontato con entusiasmo. Forse una delle cose che ci è dispiaciuta di più è stata la distanza tra i due gruppi, che non ci ha permesso di legare come avremmo voluto, ma comunque si è formato un gruppo davvero unito.

Grazie a questa esperienza, ognuno di noi ha avuto modo di imparare qualcosa di nuovo:

  • ho imparato ad essere responsabile,
  • ho imparato a non farmi frenare dall’ansia o dalla paura di sbagliare,
  • ho imparato che la cucina di casa è sempre più la buona, 
  • ho imparato ad orientarmi , a perdermi e a trovare la strada dentro una città nuova che non conosco,
  • ho imparato a lavarmi i vestiti ad essere autonomo,
  • ho imparato cosa vuol dire lavorare e adattarsi,
  • abbiamo imparato che la puntualità  è un punto di vista e che c’è sempre tempo per aspettare 5 minuti,
  • abbiamo imparato che la paella in Andalusia non si mangia,
  • abbiamo imparato che ogni cosa ha il suo tempo, c’è un tempo x studiare e  un tempo per lavorare,
  • ma soprattutto abbiamo imparato ad apprezzare gli attimi e a cercare la piccola cosa perfetta anche in una giornata storta.  

Su una panchina in Plaza Nueva dove tutti i nostri progetti sono iniziati ci siamo di nuovo salutati, con la speranza di rivederci e con la consapevolezza che nel bene e nel male questa esperienza ci ha segnati nel profondo e ci ha insegnato tantissimo.

Y colorín colorado ese cuento se ha acabado.”


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