11 romane alla conquista di Granada, con ETHOS II

Il 20 aprile, 11 ragazze si preparavano a decollare dall’aeroporto di Roma Fiumicino alla volta della Spagna. Destinazione finale? Granada, nel cuore dell’Andalusia. Ad accompagnarle, la nostra Group Leader Cinzia, che le ha guidate e supportate durante tutto il periodo di mobilità.

Il gruppo, composto da studentesse di tre istituti professionali di Roma, contava tecniche del turismo, cuoche e cameriere, selezionate per partecipare a questo round di mobilità del progetto ETHOS II. Il progetto, approvato nel 2019, permette a 138 studenti di cinque scuole superiori di Roma di vivere esperienze di tirocinio all’estero della durata di 3 settimane.

Una volta rientrate, la Group Leader ci ha raccontato il suo punto di vista sull’esperienza di mobilità di Martina A., Martina B., Ester, Valentina, Giada, Giulia, Martina, Catalina, Camilla, Giorgia e Veronica.

“Le vedi il giorno della partenza nel punto di incontro stabilito come una massa informe che non si amalgama, ognuno per i fatti propri, vicino alle loro famiglie o agli amici che li hanno accompagnati mentre tengono strette, in una presa eccessivamente salda, i manici delle valigie sempre troppo pesanti che hanno riempito di vestiti, aspettative, paure ed emozioni.

Arrivi e ti guardano come un alieno, intimidite e silenziose mentre cerchi di fare un appello ed associare dei nomi a dei volti che ancora non sono familiari. Non le conosci, ma già a pelle distingui delle maschere standard, dei personaggi di una commedia dell’arte già scritta: c’è la spavalda, la timida, la ritardataria, l’anticonformista, l’ultima della fila e la simpatica che cerca subito di conoscere tutti.

Iniziano a conoscersi e a scoprire di avere cose in comune, le senti mentre si richiedono i nomi perché per non distrarsi nel dire presente non erano attenti alle loro compagne, si scambiano gli account instagram e iniziano a scattare foto per raccontare un’esperienza che ricorderanno per tutta la vita, solo che ancora non lo sanno.

Passano i giorni e le osservi ambientarsi, qualcuna con più difficoltà, qualcuna senza fatica e qualcuna cercando di coinvolgere chi tende ad isolarsi. Pian piano, volta dopo, volta scopri che in realtà quelle che a primo impatto sembravano dei personaggi standardizzati sono ricche di sfumature che hanno voglia di uscire allo scoperto, chi sembrava timida si scopre l’anima della festa, chi sembrava spavalda nasconde un animo pieno di insicurezze ed in un turbinio di interscambi di sfaccettature che sembrano infiniti: tu le osservi mentre si scoprono e si riscoprono, si mettono a nudo, si confrontano tra di loro e con te, nella loro tipica spensieratezza ed energia giovanile.

Scopri delle ragazze con tanta voglia di imparare, di scoprirsi, di mettersi in discussione, che ti mostrano il lato migliore di una società in evoluzione, delle cittadine europee che, se messe nelle condizioni di farlo, mostrano impegno, maturità e voglia di dare il massimo. Tutto questo in una situazione “estrema”, fuori dalla loro zona di comfort, in un paese che non è il loro, lontano dalle loro abitudini e dal loro mondo. In questa esperienza finisci con l’essere il loro “tutti gusti +1”, a seconda delle esigenze sei un infermiere, un medico, uno psicologo, un familiare, un amico e un confidente, sei tutto e allo stesso tempo niente, ci provi e ti gratifica sapere di essere d’aiuto in qualche modo, con la speranza di restare tra i loro ricordi migliori di questa avventura.

E mentre cerchi di insegnargli a trovare sempre il lato positivo in ogni situazione, anche in quelle che sembrano più ostili, speri che riescano a trovare il loro posto felice nel mondo, che sia dentro un laghetto con dei cigni, in una piazza semideserta al tramonto, in un ruscello nascosto che fiancheggia una strada o semplicemente in una tavola piena di persone sorridenti che ti ricambiano la gioia di stare con loro.

Tornano e stavolta stanno vicine, appiccicate, quelle valigie sono ancora più pesanti ma stavolta le paure e le aspettative hanno fatto spazio ai ricordi e ai souvenir. Alla fine, sebbene tu speri di aver lasciato loro qualcosa, soprattutto un po’ di gusti musicali migliori, sei tu che torni arricchito da loro, da nuovi ricordi, da avventure e disavventure passate insieme, ma soprattutto torni con la consapevolezza che il futuro non potrà essere tanto terribile se affidato a questa generazione.”


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