Tanti abbracci e qualche lacrima nella zona arrivi dell’aeroporto Marconi di Bologna chiudono l’intensa esperienza vissuta da un gruppo di dodici brillanti ragazzi a Gastouni, in Grecia.
Da quello stesso aeroporto, ventiquattro giorni prima avevano salutato famiglia e amici ed erano partiti grazie al progetto Accreditamento Erasmus IIS Meucci, carichi un po’ di incertezze, ma anche di speranze e tanta voglia di fare.
Il lungo viaggio per raggiungere la destinazione, prima in aereo fino ad Atene e poi qualche ora in pullman, ha permesso loro di iniziare a conoscersi e a pianificare fin da subito cose da fare e soprattutto da cucinare.
L’impatto con Gastouni, nel Peloponneso, non è stato dei migliori: una cittadina all’apparenza priva di attrattive che ha fatto alzare qualche sopracciglio appena arrivati: lunghe distese di campi coltivati, mezzi pubblici così poco frequenti da essere quasi inesistenti, centro del paese non proprio modernissimo…
Tuttavia, la prima impressione negativa si è addolcita in brevissimo tempo. È bastato qualche freddo espresso/freddo cappuccino, qualche pita gyros, la vista del meraviglioso mare a poca distanza per iniziare a guardare a Gastouni con indulgenza e poi anche con affetto. La gentilezza e la calorosità degli abitanti del posto, nonché dei membri dell’associazione ospitante, C.O.P.A.E. Ilis, ha reso il processo di ambientamento piacevole e veloce.
Anche nelle aziende ospitanti in cui hanno svolto i loro tirocini i ragazzi hanno trovato tutor e colleghi disponibili e cordiali che, nonostante le barriere linguistiche, hanno saputo coinvolgerli e farli sentire a proprio agio.
Stefano ed Edoardo si sono dati da fare per impiantare condizionatori, mentre l’obiettivo di Riyapreet era creare contenuti social per un negozio locale. Anche Giorgia, Raluca e Silvia si sono occupate della creazione di contenuti social per un’agenzia di marketing. Emanuel ha lavorato in un’azienda di grafica e Christian, studente di informatica, ha riparato tanti computer. Adel e Adriana, studenti di turismo, hanno lavorato in hotel, ma la stagione estiva purtroppo non era ancora iniziata appieno quindi non hanno avuto moltissimi compiti da svolgere, in compenso hanno potuto praticare l’inglese.
Lorenzo, tra un cantiere e l’altro, ha aiutato i suoi colleghi elettricisti dai quali era molto benvoluto, così come Matteo nell’officina che lo ospitava. A proposito del tirocinio, anche quando i compiti da svolgere non corrispondevano alle aspettative dei ragazzi, tutti hanno avuto un atteggiamento propositivo. Raluca afferma: «Avrei preferito avere un lavoro più pertinente al mio indirizzo scolastico, nonostante ciò non mi è dispiaciuto affatto provare cose nuove e per questo rifarei volentieri questa esperienza». E questo è un po’ il pensiero condiviso da tutti i partecipanti.
Il tempo libero per godere delle bellezze circostanti non è mancato: il gruppo ha visitato l’antica Olympia grazie ad un’escursione organizzata dall’associazione partner e poi in autonomia, con il supporto della group leader, i ragazzi hanno visitato la vicina Patrasso, la bella Isola di Zante e poi ogni momento era buono per raggiungere la costa con gli immancabili taxi per fare un tuffo al mare. La convivenza, con i suoi alti e bassi, è stata divertente e istruttiva. Edoardo e Stefano hanno preso in mano le redini della cucina e spesso hanno deliziato tutti con i loro menù. Le serate nei bar del paese con i nuovi amici greci hanno fatto sentire tutti come fossero del posto, dei local.
Riyapreet, esprimendo anche un po’ il sentimento di tutto il gruppo, riassume questo periodo così: «L’esperienza Erasmus a Gastouni mi ha insegnato parecchie cose: imparare a cavarmela da sola in un posto che non conosco, di cui non conosco la lingua e le persone. Queste erano le cose che più mi spaventavano prima di partire, ma una volta lì ho superato queste paure in un batter d’occhio. Comunicare è stato a tratti difficile, ma non impossibile con un po’ di volontà e risate: non ho mai incontrato persone così disponibili e gentili! Gastouni, che è un piccolo paese, rimarrà per sempre nel mio cuore, se tornassi indietro rifarei quest’esperienza altre volte, ho conosciuto nuove persone che per tre settimane sono diventate la mia famiglia e che spero di continuare a sentire».
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