A come Avventura: il nostro Erasmus in Albania

Dal 20 settembre al 13 ottobre Gregorio, Ilaria, Jacopo, Jeremy, Justus, Karamveer, Nicholas e Paolo hanno avuto l’opportunità di partecipare al progetto Accreditamento Erasmus+ Bottega del Terzo Settore a Tirana, in Albania. Colui che li ha accompagnati in questo viaggio, il loro Group Leader Edoardo, ha deciso di raccontarci dell’esperienza vissuta insieme.

Ciao!

Il mio nome è Edoardo e la mia avventura è cominciata quando, su suggerimento di un amico di famiglia, ho deciso di mettere in pratica il mio livello di lingua inglese.

Mi proposi quindi, tramite la Bottega del Terzo Settore ad Ascoli Piceno, come Group Leader di un gruppo di liceali, che avrebbero dovuto affrontare una prima esperienza lavorativa all’estero grazie a Uniser. Il gruppo a me associato era destinato all’Albania, paese che non avevo mai visitato e che, lo ammetto, conoscevo pochissimo.

La settimana prima della partenza ho partecipato a due incontri. Il primo era riservato ai Group Leader dei vari progetti, il secondo invece mi ha dato l’opportunità di incontrare virtualmente sia Valentina, la nostra tutor di Uniser, che gli otto ragazzi che avrei supportato durante l’esperienza. Entrambi gli incontri, in particolar modo il secondo, sono stati di grande incoraggiamento e hanno dato delle risposte a tutti i miei ultimi dubbi.

La mattina del 20 settembre sono partito insieme ai ragazzi da Ascoli Piceno, direzione Aeroporto Internazionale di Ancona, dove ci siamo imbarcati sul volo diretto a Tirana.

Una volta atterrati presso la capitale albanese siamo stati prelevati da alcuni taxi che ci hanno portato verso l’ostello dove saremmo stati per le successive tre settimane. La residenza è piaciuta subito a tutti, in quanto estremamente accogliente e vicina al centro della città. Inoltre avevamo diversi ristoranti e supermercati a portata di mano, cosa che ci ha permesso di gustare piatti nostrani come la carbonara in più occasioni.

Il pomeriggio siamo stati accolti dai nostri punti di riferimento locali, Entela ed Ana di Albanian Skills (Partner d’accoglienza del progetto). Durante questo primo incontro ci sono stati forniti dettagli sui compiti che i ragazzi avrebbero dovuto svolgere nel corso delle settimane successive. La serata è poi terminata con delle pizze gentilmente offerte dalle nostre partner. Queste ultime ci sono state vicine durante tutta la nostra permanenza, sia con incontri durante le giornate lavorative sia con appuntamenti settimanali davanti a un dolce o una cioccolata calda.

Entela ed Ana sono state di grande aiuto a tutto il gruppo, me incluso, risolvendo tempestivamente ogni problema in cui ci siamo imbattuti.

Nel corso delle due mattine successive, io ed Entela abbiamo accompagnato presso le rispettive aziende tutti i ragazzi, a cui i manager hanno presentato brevemente il modo in cui si sarebbero svolte le giornate lavorative.

Nonostante gli impegni di lavoro, tutti hanno avuto una dose abbondante di tempo libero, trascorso in compagnia all’interno dell’ostello, in giro per la capitale e addirittura allo stadio in occasione della partita tra la nazionale albanese e quella islandese.

Le nostre partner locali si sono poi impegnate ad organizzare per noi una fantastica escursione culturale presso la città di Kruja, nella quale ci siamo recati l’8 ottobre. Lì abbiamo potuto goderci la roccaforte dell’eroe nazionale Skanderbeg, il caratteristico bazar ed i panorami mozzafiato delle vicine montagne.

Il giorno successivo, su consiglio di Ana, alcuni dei ragazzi hanno visitato un’altra città ricca di storia: Durazzo.

Nel complesso i ragazzi hanno avuto bisogno di pochi giorni per abituarsi ai nuovi ritmi dettati dai loro impieghi, mentre le tre settimane che sono seguite sono letteralmente volate per tutti.

Infine, dopo aver risolto le questioni burocratiche finali, la mattina del giorno 13 ottobre siamo stati trasportati via taxi all’aeroporto di Tirana. Tornati ad Ancona, siamo stati prelevati da un pulmino che ci ha riportato al punto di partenza della nostra avventura: davanti alla stazione di Ascoli Piceno.

Un’Avventura con la A maiuscola, senza dubbio, sia per me che per i ragazzi. Ragazzi che, grazie a questa esperienza, ho imparato a chiamare amici.

Siamo stati tutti coinvolti in un rollercoaster di emozioni condito da tanti impegni e doveri a cui, devo ammettere, non eravamo molto abituati. Eppure, non vedo l’ora di avere la possibilità di partire di nuovo!


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