The Polish challenge: authoritarianism or liberal democracy?

ENGLISH VERSION

What you are about to read is the story of an experience, ours.

First of all, let’s introduce ourselves: we are fourteen young people from all over Italy, aged between 18 and 25, interested in the political life of our country and Europe. In October we took part in a project designed in collaboration between Uniser (Italy), Fabel Kommunikation (Sweden), ALDA – European Association for Local Democracy (France) and Fundacja Odpowiedzialna Polityka (Poland), which took us to Warsaw as international observers authorized by the Polish government.

Curious to deepen our knowledge on the political life of a country different from ours and on the facets of its democracy, on October 12, 2023, we set off for the Polish capital, with the aim of experiencing an international election observation experience in person. But what is concretely the role of the electoral observers?

These are basically the fundamental figures who, during the elections and more precisely at the polling stations, monitor the correct conduct of democratic processes in those countries that are following the long path towards democracy, but also in the states, including Poland, whose democratic institutions are beginning to falter. The Polish experience has set a precedent throughout the European Union, demonstrating how the nationalist and populist wind can infiltrate institutions, overthrowing the rule of law and creating the conditions for a form of illiberal democracy.

This Erasmus Plus project allowed us to experience firsthand a fundamental moment for Polish politics. The October election was full of emotion and hope on the part of the entire population, especially for that large part of citizens who had animated the numerous street protests in the previous months, in which the existence of a different Poland was reaffirmed from that expressed by its rulers: a Poland linked to the system of Western values, to the independence of the judiciary and to the protection of fundamental rights. After a fiery electoral campaign, the governing party (Law and Justice) would clash at the polls against the opposition parties united under the figure of Donald Tusk.

Our observation experience took shape on October 15, 2023, the opening day of the polls; during the hours in which the polling stations were operational (not only open to citizens, but also for preliminary and posthumous operations) we were allowed to access the places used for polling stations and to remain there for the time we considered necessary to carry out the our considerations.
Overall, we observed that no major formal irregularities were found: each voter entered the polling station, signed next to their name in the electoral lists, voted and left without any problems whatsoever.

The issue that certainly worried us the most was the absolute lack of secrecy of the vote, as voters often voted in pairs outside the voting booths, sometimes even in the corridors, under the impassive gaze of the electoral officials. It was then explained to us that formally the vote should take place in secrecy, but due to practice and cultural issues these rules are ignored by electoral officials. This was overall the biggest difference found compared to our electoral legislation, where to protect the secrecy of the vote imposed by art. 48 of the Constitution, voting procedures are extremely more precise and scrupulous.

During the previous days, however, we had been specially trained on how to relate to the members of the polling station and any journalists present, ensuring we remained third and impartial in assessing what could happen.

«Libertà è partecipazione» (freedom is participation) sung Giorgio Gaber in the 1970s. Freedom, as well as participation, are key concepts in democracy, closely interconnected and interdependent. We were grateful to have had the opportunity to participate in a historic event, both for Poland and for Europe as a whole.
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ITALIAN VERSION

Ciò che stai per leggere è il racconto di un’esperienza, la nostra.

Innanzitutto ci presentiamo: siamo quattordici ragazzi provenienti da tutta Italia, di un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, interessati alla vita politica del nostro Paese e dell’Europa. Ad ottobre abbiamo preso parte ad un progetto pensato in collaborazione tra Uniser (Italia), Fabel Kommunikation (Svezia), ALDA – European Association for Local Democracy (Francia) e Fundacja Odpowiedzialna Polityka (Polonia), che ci ha portato a Varsavia in qualità di osservatori internazionali autorizzati dal governo polacco.

Curiosi di approfondire le nostre conoscenze sulla vita politica di un Paese diverso dal nostro e sulle sfaccettature della sua democrazia, il 12 ottobre 2023 siamo quindi partiti alla volta della capitale polacca, con l’obiettivo di vivere di persona un’esperienza di osservazione elettorale internazionale. Ma qual è, concretamente, il ruolo dell’osservatore elettorale?

Si tratta di base delle figure fondamentali che, durante le elezioni e più precisamente ai seggi elettorali, monitorano il corretto svolgimento dei processi democratici in quei paesi che stanno percorrendo il lungo cammino verso la democrazia, ma anche negli Stati, tra cui la Polonia, le cui istituzioni democratiche iniziano a vacillare. L’esperienza polacca ha fatto scuola in tutta l’Unione europea, dimostrando come il vento nazionalista e populista possa infiltrarsi all’interno delle istituzioni, rovesciando lo stato di diritto e creando i presupposti per una forma di democrazia illiberale.

Questa esperienza ci ha permesso di vivere in prima persona un momento fondamentale per la politica della Polonia. L’appuntamento elettorale di ottobre era carico di emozione e di speranza da parte di tutta la popolazione, specialmente per quella grande parte di cittadini che nei mesi precedenti aveva animato le numerose proteste di piazza, in cui si riaffermava l’esistenza di una Polonia diversa da quella espressa dai suoi governanti: una Polonia legata al sistema di valori occidentali, all’indipendenza della magistratura e alla tutela dei diritti fondamentali. Dopo una campagna elettorale dai tuoni infuocati, si sarebbero scontrati alle urne il partito di governo (Law and Justice) contro i partiti di opposizione riuniti sotto la figura di Donald Tusk.

La nostra esperienza di osservazione si è concretizzata il 15 ottobre 2023, giornata di apertura delle urne; nell’arco delle ore in cui i seggi sono stati operativi (non solo aperti alla cittadinanza, ma anche per le operazioni preliminari e postume) ci è stato permesso di accedere ai luoghi adibiti a seggio e di permanervi il tempo che ritenevamo necessario per compiere le nostre considerazioni.

Complessivamente, abbiamo osservato che non si sono riscontrate grandi irregolarità formali: ciascun elettore entrava nel seggio, firmava accanto al proprio nome nelle liste elettorali, votava e usciva senza problemi di sorta. La questione che sicuramente ci ha preoccupato di più è stata l’assoluta mancanza della segretezza del voto, in quanto gli elettori votavano spesso in coppia al di fuori delle cabine elettorali, talvolta anche nei corridoi, sotto lo sguardo impassibile dei funzionari elettorali.

Ci è stato poi spiegato che formalmente il voto dovrebbe avvenire in segretezza, ma per prassi e per questioni culturali queste regole vengono ignorate da parte dei funzionari elettorali. Questa è stata nel complesso la più grande differenza riscontrata rispetto alla nostra legislazione elettorale, dove per tutelare la segretezza del voto imposta dall’art. 48 della Costituzione le procedure di voto sono estremamente più precise e scrupolose.

Durante i giorni precedenti, comunque, eravamo stati appositamente formati su come relazionarci con i componenti del seggio elettorale e con i giornalisti eventualmente presenti, assicurandoci di rimanere terzi e imparziali nella valutazione di quanto potesse accadere.

«Libertà è partecipazione», cantava Giorgio Gaber negli anni Settanta del Novecento. Libertà, così come partecipazione, sono concetti chiave in democrazia, strettamente interconnessi e interdipendenti. Siamo stati grati di aver avuto l’opportunità di partecipare ad un evento storico, sia per la Polonia che per l’Europa tutta.


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