I fantastici 8 del Levi alla conquista di Berlino

Dal 5 maggio al 6 giugno otto ragazzi dell’Istituto Primo Levi di Vignola sono stati trasportati nel magico universo berlinese grazie al progetto Erasmus+ “Digitalisation and Inclusion: a high tech challenge”.

Durante questo mese hanno avuto la possibilità di svolgere un tirocinio in aziende della città, mettendosi in gioco umanamente, acquisendo nuove competenze tecniche e affinando le proprie competenze trasversali.

“Questo è stato un viaggio fantastico e unico, vivere insieme a dei miei coetanei in un paese straniero, un’opportunità di certo non da tutti i giorni!”

Una volta rientrati ci hanno voluto dare un assaggio della loro esperienza.

5 maggio, partenza all’alba, visi stanchi e pieni d’emozioni.

E.: “Pensieri su pensieri, dubbi nella mia testa, come mi sarei trovato con i miei compagni? Il tirocinio sarebbe andato bene? Come avrei fatto a comunicare in un’altra lingua? Berlino mi avrebbe conquistato?”

Tutte paure e domande legittime a cui soltanto l’esperienza poi può dare risposta. Ed in questo caso le risposte date sono state per lo più positive, soprattutto alla domanda finale: “Lo rifareste?”
“Ovviamente.”
“Beh certo, sì!”
“Bomba.”

 
Questi “sì” così sicuri non sono per niente scontati. Infatti questo tipo di esperienza mette alla prova i ragazzi. Partono con un gruppo di persone che non sempre conoscono, ma che di sicuro impareranno a conoscere durante questo mese e che per alcuni diventeranno grandi amici. Arrivano in una città totalmente nuova, con usi e costumi propri, dove per orientarsi a volte sembra ci voglia una laurea, e Google Translate, just in case.

Per molti è la prima esperienza di autonomia fuori da casa e di condivisione del proprio appartamento con altri ragazzi. La gestione della casa e delle relazioni tra coinquilini-amici diventa un aspetto fondamentale per il bene stare di ciascuno e bisogna dire che in questo caso loro hanno avuto la loro bella dose di incomprensioni: “Chi compra l’acqua?”, “ Aspetta, ma dobbiamo comprare tutto noi? Anche i sacchetti dell’immondizia?”, alle quali sono stati capaci di trovare soluzioni molto creative come la ruota della fortuna per decidere a chi tocca lavare i piatti.

Il punto clou di quest’esperienza ovviamente è il tirocinio.

“Oh specchio, specchio delle mie brame dimmi tu quale sarà il tirocinio più figo del reame?”

Il tirocinio di M. e E. è totalmente coerente con il loro corso di studi, ha orari ben definiti ma è statico. Quello di F. è inaspettato, i colleghi sono simpatici e parlano inglese, è dinamico, ma forse troppo lontano, e poi il tutor di tirocinio dov’è? Lo sai tu dov’è?

Quello di L.è … sempre lo stesso. Quello di A. è accattivante, ha già avuto esperienza nel campo dei pannelli solari per cui riesce ad approfondire le proprie competenze, la lingua a volte è un problema, ma le trasferte in furgone non deludono, sono infatti rigorosamente accompagnate da musica tecno.

G. invece fa un po’ di tutto, è sempre in cantiere, il tirocinio è totalmente diverso dalle sue aspettative, a volte è interessante altre meno. A. ed E. invece sembra abbiano trovato il loro habitat naturale tant’è che velocemente vengono affidate loro piccoli compiti di responsabilità.



Insomma nessun tirocinio è perfetto, e questo i “fantastici 8 del Levi” l’hanno imparato abbastanza in fretta.
Ci sono però alcuni ingredienti che possono rendere l’esperienza vincente.

Primo tra tutti è la predisposizione con cui ci s’inserisce all’interno dei contesti aziendali. Come conferma l’esperienza di E. e A., riuscire ad adattarsi, essere curiosi e prendere il meglio da ogni situazione innesca un ciclo di positività e buoni rapporti all’interno della squadra di lavoro. Una comunicazione efficace diventa spesso il miglior strumento a disposizione per affinare e limare il proprio tirocinio ed evitare incomprensioni e litigi infruttuosi. A. è la prova vivente che “sì, a volte basta solo chiedere”, mentre M. puo’ testimoniare che altre volte bisogna saper far fronte a dei bei due di picche e fare del proprio meglio per andare avanti.

L’elemento centrale di quest’esperienza sono state le relazioni umane. Sia quelle intessute all’interno dei contesti di tirocinio, sia quelle all’interno del gruppo e quelle create con altri coetanei. Il clima collaborativo e spensierato in casa ha reso tutto più facile e divertente. Le relazioni intessute con altri ragazzi del residence sono piano piano fiorite dando vita a book fotografici allo zoo di Berlino e competitivi tornei di calcetto a più lingue. È infatti risaputo che tutti vanno a Berlino pensando d’imparare il tedesco e tornano esperti d’inglese e spagnolo, o quasi. In alcune occasioni però una conoscenza più approfondita del tedesco sarebbe risultata utile, come in questo episodio che ci racconta di seguito E.

“Come tutte le esperienze che si fanno valere, ovviamente ci sono stati anche dei momenti flop. Un episodio in particolare, che a pensarci adesso mi verrebbe da riderci sopra, è stato: di mattina io e il mio compagno abbiamo preso il treno per partire per il lavoro e, mentre stavamo per scendere alla nostra fermata, i controllori ci hanno chiesto i biglietti. Una volta scesi dal treno con loro ce li hanno controllati. All’inizio quello del mio compagno è risultato autentico, mentre il mio falso. A quel punto, tra tedesco, gesti e Google Traduttore, i controllori hanno detto che anche il biglietto del mio compagno risultava falso. Ce li hanno ritirati e fatto una multa preventiva, che non abbiamo pagato sotto consiglio del nostro tutor organizzativo con il quale siamo stati tutto il tempo in contatto. La vicenda si è conclusa due giorni dopo quando, accompagnati in autostazione da un socio del nostro tutor, hanno verificato l’autenticità di entrambi i nostri biglietti e ci hanno anche dato il rimborso dei biglietti sostitutivi acquistati da noi durante i giorni precedenti. Bella storia!”

Tanto quanto è difficile definire quest’episodio con l’ultima espressione usata, è altrettanto facile dire che quest’esperienza berlinese è stata bella, sorprendente, formativa, sfidante al punto giusto.

Ci piacerebbe concludere citando la sezione commenti delle schede di valutazione delle aziende sul tirocinio dei ragazzi: “More people like these!” al quale non possiamo che aggiungere: “More experiences like these!”


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *