Le lunghe giornate di Vilnius sembrano non finire mai. Quando finiscono, passa solo qualche ora prima che ricomincino. Ed è proprio così che il nostro mese è passato, con giornate interminabili che si rincorrono l’una l’altra, lasciando poco tempo per dormire e tanto tempo per parlare, camminare, visitare e lavorare. Un mese è passato in un attimo fatto di bagni al lago, giornate a lavoro a costruire meccanismi o sfilacciare i fili di una mongolfiera, cene arrangiate in ostello e risate tutti in una camera, a raccontare di sé e a farsi scherzi. Un mese è poco, ma se si vive insieme, si cucina insieme, si mangia insieme e si lavora insieme, basta per iniziare a sentirsi come in una famiglia: c’è quello che cucina, quella che pulisce, chi fa ridere e chi si lamenta. E come in ogni famiglia, anche noi ci siamo trovati a battibeccare, ad avere incomprensioni e poi a chiarire, abbracciarci e prenderci in giro.
Le sfide che abbiamo affrontato non sono state poche: la prima, l’ostello, che ci ha insegnato ad accontentarci, a non essere schizzinosi negli spazi comuni, a cucinare un pranzo anche quando in casa non c’era quasi più niente. A gestire la situazione quando c’erano dei problemi con gli altri ospiti della struttura. Un’avventura frizzante che, usando le parole dei ragazzi, ci ha tolto dalla comfort zone di casa, dei genitori, delle cene pronte e della lavastoviglie. Abbiamo imparato ad arrangiarci, e ad accontentarci.
I tirocini sono andati tutti bene, con lavori interessanti, come imparare a far volare una mongolfiera e a fare manutenzione, oppure costruire freni e ruote di un aeroplano, o conoscere la teoria e la progettazione che li precedono. Anche se qualcuno avrebbe preferito fare qualcosa di più pratico, sono tutti soddisfatti del lavoro a cui sono stati assegnati e di quello che hanno imparato, anche se non sempre sarà possibile utilizzare le conoscenze apprese nel campo specifico dei propri studi. Nonostante questo, sapere come agire in un ambiente lavorativo e affrontare le incomprensioni in maniera adulta e professionale sono skills che serviranno loro in qualunque campo dove decidano di lavorare in futuro. È rilevante anche sapere che tutti i tutor aziendali che hanno seguito i ragazzi sono stati gentili, disponibili e chiari nelle spiegazioni.
Ovviamente ci sono stati alcuni incidenti di percorso, chi è caduto e si è fatto male a una gamba e chi è stato pizzicato da degli acari. In tutte le situazioni, il partner ospitante ci ha aiutato a trovare dei dottori e a gestire il periodo di guarigione.
Per quanto riguarda la meta, la Lituania ci ha sorpresi con i suoi bellissimi laghi, parchi e campi da beach volley: una città e un paese estremamente sottovalutati a livello turistico, dove siamo felici di aver avuto l’opportunità di vivere. Nonostante le persone che vivono qui sono spesso fredde e distanti, ci siamo sentiti a casa e ci hanno sempre trattato gentilmente.
Infine, le amicizie che si sono create durante questa esperienza sono molte, profonde e belle, che speriamo tutti di far continuare anche una volta tornati a casa. Un’esperienza così è un’opportunità da non farsi sfuggire, da accogliere e prenderne il meglio che c’è, portarselo a casa per renderci migliori.
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