EBA – European Badge Alliance, la conferenza finale!

Dopo due anni di lavoro arrivare al Parlamento Europeo di Bruxelles alla conferenza finale di un progetto come EBA – European Badge Alliance, è una soddisfazione per tutte le aziende, istituzioni e associazioni che si sono impegnate affinché una visione potesse diventare realtà.

Perché anche questa avventura degli Open Digital Badge, distintivi virtuali pensati per certificare competenze reali acquisite durante un’esperienza di mobilità, nasce da un sogno.

Anzi due.

Il primo è quello di fare in modo che la mobilità internazionale per l’apprendimento non sia più l’eccezione nel percorso di formazione dei giovani, ma l’assoluta normalità. I numeri di Erasmus sono di certo impressionanti, ma ancora insufficienti a cambiare il mondo. Perché proprio di questo si tratta, di un cambiamento epocale. Andrea Lombardi, in qualità di presidente di Uniser, capofila del progetto, ha aperto la Conferenza chiedendo ai presenti un esercizio di immaginazione: “Chiudete gli occhi e immaginate come sarebbe la vostra realtà se tutte le persone che conoscete avessero vissuto all’estero, imparato un’altra lingua e provato ad integrarsi in un altro paese”Riuscite a percepire la potenza della mobilità internazionale per l’apprendimento?

Il secondo sogno è quello di rendere maggiormente consapevoli i partecipanti ai progetti di mobilità delle competenze sviluppate durante il loro periodo all’estero; facendolo attraverso un processo che ha il sapore della gamification: perché non vogliamo che gli Open Digital Badge diventino un ulteriore carico di lavoro e stress per i giovanissimi alle prese con la loro prima esperienza fuori dal proprio paese natale.

Dicevamo.

Bruxelles, Parlamento Europeo.

50 partecipanti da 11 diversi paesi hanno preso parte all’evento che aveva un duplice obiettivo. Da una parte mirava a formare all’utilizzo dei badge gli intervenuti e gli interessati, ma dall’altra aveva una precisa direzione politica: il fatto che gli strumenti per il riconoscimento delle competenze siano in questo momento in fase di revisione da parte dell’Unione Europea è l’occasione giusta per mostrare i risultati di EBA e proporne un utilizzo ufficiale. Per questo Laimonas Ragauskas (Lithuanian Association of Non-formal Education) e Panagiotis Chatzimichail (Youth for Exchange and Understanding) hanno presentato i risultati del progetto e il potenziale che questo strumento ha dimostrato di avere nel supportare i giovani, abituati ad un continuo divagare tra attività online e offline passando dai social network alla vita reale, nel prendere consapevolezza delle competenze reali sviluppate tramite dei distintivi virtuali.

Foto di gruppo fuori dal Parlamento Europeo

Elisa Briga dell’EFIL ha poi presentato le Policy Recommendations, paper redatto sulla base dei risultati ottenuti in questi 2 anni di lavoro e rivolto ai decision makers, affinchè si sviluppino le condizioni per cui qualunque realtà del settore dell’educazione possa utilizzare gli Open Digital Badge per le proprie necessità. Utilizzando i badge digitali, le organizzazioni hanno avuto un’occasione in più per promuoversi e far parlare di sé e di come si stanno adattando a un contesto sempre più esigente e in continua evoluzione.

Quando i rappresentanti del Politecnico di Milano hanno mostrato come i distintivi digitali già oggi vengano utilizzati per formare i propri docenti e il Comune di Ghent ne ha sottolineato la versatilità, spiegando come siano già in uso nelle fasi di selezione del personale nella pubblica amministrazione, tutti hanno capito che gli Open Badge non sono più solo un sogno, ma uno strumento concreto.

A conferma delle considerazioni positive tratte da tutti i partecipanti anche il membro della Commissione Europea William O’Keffee ha dimostrato il proprio entusiasmo per il progetto sostenendo la possibilità di creare un sistema di open badges da integrare con l’Europass, per dare a questo strumento una marcia in più e renderlo ancora più efficace e completo. Chiarissimo negli intenti quando ha detto che “Visto che l’Europass è un servizio pubblico che deve rispondere alle esigenze dei cittadini europei e visto che i cittadini usano gli i badge digitali, allora l’Europass deve aprirsi a questi”.

La conclusione dell’Europarlamentare Svetoslav Malinov è stata illuminante: “In termini di legislazione, stati e società civile possono sempre fare meglio e di più, e visto che gli Open Badge sono un caso di miglioramento che nasce proprio da un’iniziativa della società civile, sarà nostra cura supportarli”.

Nel pomeriggio, presso l’associazione Mundo J, si è invece svolto un momento di formazione e informazione per gli addetti ai lavori: come creare un sistema di badge? E come utilizzare al meglio la piattaforma Badgecraft.eu?

In chiusura, e non poteva essere altrimenti, un momento di apertura all’ascolto: si chiamano Open Badge anche perché possono (anzi devono) raccogliere gli stimoli e i consigli dal basso per essere continuamente migliorati. La parola è andata quindi al pubblico e agli utilizzatori dei distintivi digitali

Con la conferenza finale si chiude tutto? Neanche per sogno. A tal proposito vogliamo dare il nostro benvenuto a quattro nuove organizzazione nella nostra EBA – European Badge Alliance“MilleniuM” Training and Development Institute (Moldavia), Breakthrough Foundation (Paesi Bassi), Ha Moment (Portogallo), Social Action (Lituania).

Per maggiori informazioni sui documenti presentati durante la Conferenza e sulle linee di sviluppo che EBA intende perseguire, visitate le pagina del sito dedicata alle Policy Recomandations.

Il tavolo dei relatori

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