Come impatta la tecnologia sui posti di lavoro? Una visione ottimista

Qualche anno fa un’interessante studio chiamato The future of employment proposto da alcui studiosi dell’Università di Oxford ci ha messo in allarme riguardo alle possibilità lavorative del futuro con l’avanzare delle nuove tecnologie. Interessati abbiamo approfondito l’argomento e tra gli altri abbiamo letto questo articolo della versione on line di Wired Italia: ci siamo fatti quindi due domande, per poi cercare (tutte?) le risposte.

Nello studio riguardante il futuro dell’occupazione lavorativa si ipotizzava che il 47% dei posti di lavoro negli Stati Uniti sarebbe stato a rischio in circa 20 anni a causa dello sviluppo di automazione ed intelligenze artificiali in grado di sostituire l’essere umano in quanto forza lavoro.

Come citato nell’articolo di Wired uno dei primi motivi di stress nei dipendenti di tutto il mondo, e sicuramente di quelli italiani, è la possibilità di perdere il lavoro e questa potenziale minaccia della tecnologia che avanza fino a renderci inutili ed inefficaci potrebbe essere reale. Rimaniamo possibilisti perchè ci rendiamo conto che la grande risorsa che ha l’essere umano è la capacità di cambiare.

Mentalità, abilità, contesti.

Sappiamo crescere e sviluppare le nostre competenze più di ogni altro essere vivente e lo abbiamo dimostrato ampiamente in secoli di evoluzione. Dunque, dopo uno spavento iniziale in cui ci siamo visti superati e surclassati da ingranaggi ed algoritmi, è il caso di capire cosa può renderci importanti ed utili nel mondo del futuro, nello specifico quali sono i campi e le competenze sui quali puntare.Tecnologia e Posti Lavoro

L’articolo di Wired già nel titolo si dimostra speranzoso: l’aria inizia a cambiare. Sono infatti numerosi gli studi recenti che inquadrano il fenomeno dell’avanzamento tecnologico sotto un punto di vista più roseo, come ad esempio l’indagine condotta dalla società di consulenza internazionale Idc per Salesforce, il colosso del cloud computing con sede a San Francisco. Questo studio sostiene che l’intelligenza artificiale potrà generare oltre 800 mila posti di lavoro. In particolare si rivolge ad un settore, per la quale è stata osservata una grande crescita, ovvero il vasto mondo della gestione delle relazioni con i clienti. Le grandi possibilità di questa nuova economia in espansione, se osserviamo bene, sono proprio sostenute dal sistema di comunicazioni tecnologiche che permette a aziende e compagnie di tutto il mondo di avere un contatto semplice e diretto con il proprio consumatore. Sembra quindi che lo sviluppo tecnologico possa alla fin fine creare più posti di lavoro di quelli che usurperà, sempre che le nuove generazioni riescano a stare al passo con l’avanzamento tecnologico.

Per questo molte realtà come la nostra stanno investendo tanto in un nuovo livello educativo, volto a preparare i lavoratori di domani ad assimilare e sfruttare al meglio competenze tecnologiche che i nostri nonni non potevano neanche immaginare. Inoltre l’occhio delle nuove generazioni è puntato sulle nuove opportunità: basta guardare i nuovi mestieri proliferati grazie alla popolarità dei social per rendersi conto che, con una buona dose di intraprendenza e una mente lungimirante, la tecnologia è una grande ricchezza anche (e soprattutto) dal punto di vista lavorativo.

In Uniser, dov ci troviamo a gestire una rete lavorativa internazionale e siamo ogni giorno in contatto con persone da tutto il mondo soprattutto grazie allo sviluppo tecnologico, ci rendiamo conto che il tocco dell’uomo è la risorsa necessaria a garantire la buona riuscita di ogni processo lavorativo. Per questo sentiamo l’esigenza che i ragazzi che accogliamo possano affrontare esperienze lavorative appaganti sia dal punto di vista tecnico che da quello umano, perchè crediamo fermamente che il miglior modo per sfruttare tutte le risorse tecnologiche a disposizione, sia farlo in un ambiente collaborativo e stimolante, dove cogliere l’occasione per il futuro sia pane quotidiano delle menti pronte ed elastiche di domani.


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