Tra Occitania e Catalogna con il progetto YOU TOO!

Dodici ragazzi dell’Umbria hanno vinto un bando del progetto Erasmus+ YOU TOO! –  Youth Outgoing Mobility for Farmers in Umbria, che permette agli studenti della regione di partire per diverse città europee come Perpignan, in Francia, e svolgere un tirocinio professionalizzante. Infatti, dal 1° al 24 ottobre 2021, Augusto, Aurora, Beatriz, Danny, Filippo, Giordano, Irene, Ludovico, Mario, Nora, Simone e Stefano hanno vissuto una tra le esperienze più ricche della loro vita accompagnati dal carismatico group leader, Bruno.

Occitania: la geo-localizzazione di Perpignan

Dopo un webinar carico di dettagli con i tutor italiani e messaggi continui con il loro group leader, il gruppo ha intrapreso un percorso pieno di avventure tra tragitto in navetta, volo in aereo da Ancona a Barcellona, un passaggio veloce nella metro spagnola e ultima vetta in autobus fino a Perpignan. Questa città, Perpignan, ha un atmosfera molto catalana ed è la capitale per eccellenza dei Pirenei Orientali francesi.

Durante la loro permanenza hanno visitato il centro storico e i suoi dintorni tra fiume Têt e l’affluente La Basse: il castello dei re di Maiorca, la cattedrale di San Giovanni Battista, il campo santo, piazza Repubblica, la stazione monumentale dedicata a Salvador Dalì, Theatre Archipelago, Palazzo dei Congressi e altri. In altre occasioni, tra tempo libero e intrattenimento culturale, hanno visitato le località di Villafranche (città delle streghe), Collioure (cittadina costruita attorno ad una baia) e Canet-en-Roussillon (città di mare) tra colori e paesaggi diversi che offre la regione.

Simone Castorri si è espresso così “Per me l’Erasmus è stata una bella esperienza perché ho imparato nuove cose, fatto nuove conoscenze e ho conosciuto posti molto carini”.

Alfmed, non solo lingue

Il gruppo ha ricevuto durante il periodo di accoglienza il supporto del centro di lingue Alfmed composto dai giovani tutor Davide e Dominika, le coordinatrici Alexandra e Nataliya e, infine, la direttrice Florence. Aurora Ippoliti ha imparato molto perché “ho capito cosa significa avere delle persone che riescono sempre a trovare un punto di incontro” e, ha aggiunto Augusto Orbi “hanno spiegato bene tutto riguardo al tirocinio e alla lingua.”

Il centro di lingue è stato un punto di riferimento nella gestione dei tirocini in azienda, non sono mai mancate le comunicazioni e le raccomandazioni perché i ragazzi fossero spronati al massimo e indirizzati ad una buona prova di inserimento nel mondo del lavoro. In più, hanno organizzato un tour per la città, la visita al museo di Castillet e delle lezioni di francese per arricchire la loro cultura e far apprezzare di più ogni angolo del centro del mondo.

Lavoro, sacrifici e soddisfazioni

I ragazzi hanno svolto tirocinio in diverse aziende del settore primario e secondario. Ad esempio, Beatriz Cappannini ha fatto esperienza in un’impresa familiare dedicata alla produzione e vendita di prodotti biologici nonché allo svolgimento di visite didattiche nella fattoria e gestione area ristorante.

Mario Bazzoffia, che ha lavorato in un grande negozio di allestimenti floreali e di giardinaggio, ha raccontato: “i ricordi che mi porto sono le difficoltà superate perché ho saputo affrontare giorno dopo giorno ciascuna di esse e i vari confronti con i clienti e i fornitori che dopo ho visto molto felici a dialogare con me nonostante fossi di un altro paese e non sapessi parlare bene la lingua francese”.

Invece, Irene Marino, ha specificato che “in questo periodo ho attivato diverse abilità e competenze lavorative che comprendevano l’utilizzo di DPI e materiali semplici come le cassette e i cesti per la raccolta di frutti di stagione come il kiwi, le forbici da potatura e inoltre attrezzatura per il mantenimento e la pulizia della serra” in un’azienda familiare dedicata alla coltivazione di vario genere alimentare. Per Giordano Granci, l’esperienza presso un’azienda vinicola ha potenziato alcune importanti competenze: “ho capito meglio come funziona la vita dopo la scuola, come comportarsi in un ambiente lavorativo, ma soprattutto riuscire a collaborare con persone che non conoscono la mia lingua”.

Convivenza e ambientazione

Il gruppo ha avuto la possibilità di fare conoscenza e vivere insieme il tempo libero dopo il lavoro; questo ha permesso ha permesso loro di diventare consapevoli della loro crescita e anche di accorgersi dei piccoli cambiamenti che hanno fatto a livello personale. Ad esempio Danny Lattanzi i primi giorni non era riuscito a creare di legami con i suoi compagni e tendeva sempre a stare solo ma in seguito è diventato uno degli elementi trainanti del gruppo, facendo conoscere al gruppo alcune delle sue passioni come la musica e la pesca sportiva. Secondo Nora Podja “la convivenza in generale è andata bene, ovviamente ognuno di noi aveva le sue idee come gestire le faccende di casa.

Abbiamo imparato come supportarci e come accettare l’uno l’altro pur essendo diversi”. Per Stefano Ingria l’esperienza ha portato delle soddisfazioni come “il riuscire ad alzarsi da solo la mattina, gestirsi i vestiti, fare le lavatrici e tante altre cose in maniera autonoma senza che nessuno mi dicesse cosa fare o lo facesse per me”. Il miglioramento di ciascun membro del gruppo è stato possibile anche grazie agli input del Group Leader che ha cercato di fare in modo che tutti fossero coinvolti e che il gruppo si unisse. Per questo Aurora e Augusto hanno giustificato: “Bruno ha avuto come ruolo non solo da tutor ma anche come un amico, uno zio e un insegnante perché si è preso cura di noi e abbiamo passato momenti fantastici con lui”; “ci ha sempre ascoltato, è stato sempre disponibile per qualsiasi cosa, è stato giusto anche nel modo in cui si è comportato con noi ragazzi in quanto ci ha lasciato molta libertà”.

Baule dei ricordi…

Ludovico Livi: “Ho collezionato parecchi momenti indimenticabili, soprattutto insieme al mio gruppo di compagni, anche se inizialmente non è stato facile legare con tutti perché ognuno proviene da una classe o scuola differente. Sicuramente rimarranno nella memoria i momenti passati in casa con loro a cercare di cucinare qualcosa oppure a divertirsi tutti insieme, le passeggiate in giro per la città e le gite. Tutto ciò mi ha aiutato a crescere come persona e a migliorare i miei rapporti con gli altri”. A Filippo Rotini son piaciuti i posti visitati durante la permanenza “ho visto molte località come Villafranche, Collioure e Canet en Roussillon, quest’ultimo è un paese sul mare con una bella piazza piena di negozietti e ristoranti, e anche con delle belle spiagge dove io e i miei compagni di viaggio ci siamo potuti divertire a giocare con la palla e rilassarsi un pochino”.

Il gruppo ora è rientrato in Italia con tanta voglia di far scoprire agli altri la bellezza di questa mobilità attraverso i loro aneddoti ma anche con la difficoltà di rientrare alla vita di sempre dopo i bei momenti vissuti assieme in pieno stile francese!


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