Un’esplosione di fiori e profumi nelle Valli della Dordogna

Se qualcuno o qualcuna mi chiedesse di descrivere con una parola la nostra esperienza (io come Group Leader insieme ad una banda di 13 ragazzi e ragazze) a La Force all’interno del progetto Erasmus+ LOWE, io utilizzerei la parola MERAVIGLIA.

E utilizzerei questa parola, meraviglia, perché è questo il sentimento che si prova, per esempio, ad arrampicarsi lungo i 115 metri delle Dune Du Pilat– in prossimità del bacino di Arcachon- e poi lasciarsi alle spalle la foresta di pini per lanciarsi a capofitto sulla sabbia verso l’oceano ridendo a perdifiato e congelando a gara di schizzi nelle sue fredde acque.

Questo è il sentimento che invade cuore e occhi alla vista dell’esplosione di fiori profumi e colori primaverili della sterminata campagna francese della Dordogna, piena di viti, alberi da frutto, fiori colorati e tante mucche cavalli e volatili di ogni tipo.

Questo è il sentimento che riempie prima il naso e poi lo stomaco quando si passeggia per gli stracolmi e colorati mercati francesi di Bergerac, Brantôme, Issigeac, Gardonne, Prigonrieux e chi più ne ha più ne metta.

Ma soprattutto questa è l’emozione che si prova quando in 14 sconosciuti che, nella maggior parte dei casi, non si conoscono l’un l’altro, non sono mai andati all’estero e non hanno mai lavorato, ci si ritrova in un piccolissimo paesino come La Force, nella struttura della Maison Familiale Rurale Du Bergeracois circondata da boschi profumati di tigli e di pini, a vivere insieme, dormire insieme, cucinare insieme, ordinare e pulire insieme e soprattutto a cambiare, insieme, per un mese, le proprie abitudini e attività, la propria lingua, i propri bisogni e volontà, le proprie modalità di divertimento e soprattutto la propria sveglia la mattina, perché a lavoro si va con il minivan tutti insieme ed è sempre un’avventura meravigliosa trovarsi dispersi nelle stradine francesi quando la GL sbaglia strada perché volete sentire (complice Sveva e il suo spotify sempre connesso al minivan) “pookie” di una tale Aya Nakamura a tutto volume! 

Appena arrivati, l’11 maggio a notte fonda, avete subito storto il muso e vi siete lamentati, perché “qui è sicuramente una noia, non c’è niente!”. Nei giorni seguenti è peggiorato, siamo passati dal “a La Force c’è solo un piccolo bar che chiude alle 20 quando si è fortunati”, al “nei festivi e la domenica il supermercato è chiuso Benni, incredibile!” fino alle considerazioni più varie sul lavoro “ci stanchiamo troppo!” o addirittura sulla sera a La Force che, quando tramonta il sole, regna il silenzio e si sentono solo grilli e uccelli che svolazzano tra gli alberi in fiore di fronte alla nostra struttura ospitante e questa cosa, dite, mette tristezza e angoscia.

Ma dico io: voi lo sentite mai, a casa vostra, al tramonto, il canto dei grilli e degli uccelli senza lo strombazzare del traffico cittadino? Anzi, avete mai il tempo di godervi un tramonto, il profumo e il colore dei fiori, il rumore dei soli vostri passi e l’opportunità di stare, per un mese, in una struttura grande, affascinante e accogliente come quella che ci ospita, dove potervi conoscere tra voi e con altri ragazzi francesi di qui e sperimentare la vostra socialità, condivisione e adattamento? Vi è mai capitato di dover trovare voi il da fare per divertirvi e riempire le giornate senza tiktok locali e mondanità oltre al lavoro o lo studio?

E così, piano piano, dall’essere affranti e delusi per il primo approccio con questa esperienza vi siete rimboccati le maniche e abbiamo iniziato la vostra avventura davvero: ci siamo dimenticati per un po’ i telefoni perché i partner ci hanno lasciato delle bici per girare i mille meravigliosi sentieri nei boschi. C’è anche un campo da basket e da calcio dove giocare con i ragazzi francesi che, anche loro, studiano e dormono nella scuola che ci ospita.

Ci sono biliardini a casa e fuori disponibili a tutte le ore, un mercato di vestiti “tutto un euro” ogni mercoledì nella casetta di legno di fronte alla nostra dove abbiamo comprato (maggiori azionisti Absa e Riccardo) costumi per andare in canoa e camicette per serate eleganti, una cucina industriale molto attrezzata dove poter preparare e sperimentare pietanze mai fatte e soprattutto feste di paese come il Jazz festival di Bergerac o i suoi localini popolatissimi ad orario aperitivo o i famosi mercati svendi tutto “Vide Grenier”, in cui siamo entrati nel vivo della cultura francese, totalmente immersi in questo ritmo più lento rispetto ai nostri giorni quotidiani, frenetici e digitali a più non posso.

Come l’abbiamo vissuta, quindi? Abbiamo dato più spazio alle parole tra noi, ad amori sbocciati corrisposti e non, a nuove amicizie o nuovi litigi per questo o quello, ad imparare il francese e a conoscerci e vivere questa esperienza insieme come gruppo compatto e ricco di diversità, siamo partiti alla scoperta dei luoghi che abbiamo intorno grazie ai nostri tutor locali che, con estrema gentilezza e disponibilità, ci hanno portano a fare 15 km di canoa sul fiume Dordogna (e che fatica e meraviglia vedere cigni e ninfee a due passi da noi!).

Non solo, ci siamo buttati a capofitto a conoscere Bergerac e la sua storia insieme al famoso Cyrano e i suoi bei ristorantini, a farci scoprire sale da bowling, parchi avventure tra gli alberi e paesi meravigliosi e fermi nel tempo in cui passeggiare, mangiare e trascorrere vivaci serate come Brantôme, detta la piccola Venezia, la grande Bordeaux, Issigeac, Sarlat, Tremolat e la valle della Dordogna, Saint Emilion e cibi tipici da assaggiare assolutamente, come i tanti formaggi, le baguette immancabili, funghi, fragole come la dolcissima Mara De bois e i famosi Foies Gras e magret de canard.

E allora, se all’inizio della nostra avventura si storceva tanto il naso e c’era la delusione (prevenuta ovviamente) nei vostri occhi, adesso, riportandovi a casa dopo una piena giornata di lavoro, sentendovi cantare a squarciagola con i visi arrossati dal sole e i vestiti sgualciti dal lavoro, respirando l’aria dei boschi a finestrini aperti, vi vedo felici, soddisfatti e sorridenti.

E se vi chiedo: “allora, adesso vi piace La Force?” sorridete senza rispondere alla domanda e mi dite “Dai Benni, vai veloce che dobbiamo tornare a casa e alza un po’ il volume che in questa atmosfera boschiva è un trip!”.

E quel sorriso io so che significa che quando arriverà il momento di andare via sarà dura, e questo posto vi mancherà. Tanto.


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