VENI, VIDI, VINCI… Vilnius!

È una bella sfida per me riassumere in un articolo questo intenso mese da group leader, e la affronto con gioia perché sono felice di provare a dare forma, attraverso le mie parole, a un’esperienza che porterò per sempre nel cuore.

Il 7 giugno sono atterrata a Vilnius come group leader di otto ragazzi che avrebbero svolto un mese di progetto Erasmus+ nella capitale lituana. Questi ragazzi sono studenti dell’Istituto “Vinci” di Viterbo, e durante il loro periodo di tirocinio si sono suddivisi in sei presso la Baltic Maintenance, mentre i restanti due hanno svolto un internship di informatica presso la OEE Technologies. 

La mia avventura con loro inizia molto presto: il primo incontro “in carne ed ossa” con Alessandro, Alessio, Daria, Giacomo, Jacopo, Luca, Misha e Samuele avviene alle sei e trenta del mattino a Ciampino, con un misto di emozioni nei loro occhi e anche nei miei. I nostri sguardi erano tutti specchio gli uni degli altri: dentro vi si leggeva la voglia di fare del proprio meglio insieme all’ansia dell’ignoto, una delle sensazioni più potenti e diffuse al mondo. 

Fin da subito mi colpisce la ripetizione della lettera V in questo progetto: il nome è “Veni, Vidi, Vinci”, il loro istituto si chiama “Vinci”, la città in cui si trova la scuola è Viterbo, la città dove andremo a stare è Vilnius… insomma, mi dico che non può essere un caso. E infatti, nel corso del mese, mi ritrovo a pensare ad altre parole che cominciano con la stessa iniziale e che a mio parere ben sintetizzano questa avventura. 

La prima parola a cui mi viene da pensare è Volontà. Fin dalle prime parole scambiate con loro, percepisco la determinazione di voler onorare al meglio questa opportunità che hanno avuto. Mi parlano delle loro ambizioni, di ciò che studiano a scuola, e di come abbiano riposto grandi speranze e aspettative in questo tirocinio: sia per migliorare il loro inglese, sia per apprendere nuove competenze da poter inserire un giorno nel loro CV. Questa forte volontà li ha supportati durante tutto il mese, permettendo loro di tenere duro anche durante i diversi momenti in cui si sono presentati degli imprevisti e dei malcontenti (momenti dai quali ovviamente nessuno è immune, e che vanno sempre messi in conto).

La seconda parola è Voglia: più nello specifico, voglia di vivere, di apprendere, di tornare a casa più ricchi. La parte del tirocinio, infatti, è stata solo una delle tante altre variabili presenti in questo progetto, perché vivere per un mese in una città straniera implica inevitabilmente tanti altri aspetti, non meno importanti di quello lavorativo. In questo mese abbiamo vissuto la possibilità sfidante di confrontarci con una cultura molto diversa dalla nostra, e la voglia di arricchirsi ha fatto la differenza.

Assieme ai ragazzi abbiamo imparato a spostarci e ad orientarci all’interno della città nonostante l’inglese non sia molto parlato dagli abitanti del posto; abbiamo dovuto apprendere come gestire i soldi, dove fosse più conveniente fare la spesa; pensare a cosa preparare da mangiare, ecc. Tutte cose che spesso si danno per scontate, ma che, nel momento in cui ci si trova a viverle e affrontarle, non lo sono affatto.

Ma la loro voglia di vivere non si è limitata a questo: io l’ho vista anche nelle soluzioni estremamente “creative” e divertenti per far funzionare la moka sul piano di cottura a induzione (vedi foto a seguire), e l’ho ritrovata -facendomi sorridere ed emozionare- quando ho assistito alle partite di pallavolo “multiculturali” tenutesi sui campetti del lungofiume di Vilnius. Partite in cui veniva fuori tutta la nostra contagiosa “italianità”, che si estendeva anche agli altri partecipanti e permetteva loro di capirsi nonostante la barriera linguistica. 

Infine, le due parole con cui mi piace concludere questo articolo sono Vita e Vittoria, che per me sono legate a doppio filo: perché ogni cosa che nella vita si affronta senza tirarsi indietro, a prescindere dal risultato, secondo me è una vittoria. E perché ogni vittoria, ogni traguardo raggiunto, aggiunge un tassello fondamentale alla nostra vita, diventa un bagaglio di esperienze di cui fare tesoro e da custodire con amore e orgoglio. A mio avviso, tutti loro, che per un mese sono stati i “miei” ragazzi, sono riusciti pienamente in questo intento.

 Auguro loro che la vita riservi ancora tante altre soddisfazioni e vittorie come questa esperienza trascorsa insieme!


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *