Da Cesena a Tallin per scoprire se stessi e innamorarsi del mondo

A marzo 2023 Zoe, Luca, Giada, Fatima, Sara, Valentina, Vittoria e Martina del Liceo Linguistico Statale “Ilaria Alpi” di Cesena hanno avuto l’opportunità di trascorrere due settimane a Tallinn. Questo è stato possibile grazie alla partecipazione del Liceo Alpi al progetto di Accreditamento Erasmus+ del Consorzio costituito dai 3 licei di Cesena (Righi, Monti ed Alpi) che vede come scuola capofila il Liceo Scientifico “Augusto Righi”. Accompagnati dalla professoressa Maria Stella Tassone e supportati da Antonietta Amore, coordinatrice Erasmus del Liceo Alpi (che ha avviato un blog dedicato all’esperienza dei ragazzi), ci hanno raccontato la loro esperienza di mobilità in Estonia.

«La nostra mobilità erasmus in Estonia è cominciata esattamente il 4 marzo, nel momento in cui abbiamo lasciato Cesena in direzione dell’aeroporto di Milano Bergamo per prendere un volo per Tallinn. Quest’ultima è la capitale dell’Estonia ed è una città molto bella e accogliente, dove tutti noi ci siamo trovati molto bene. E’ formata da una parte vecchia (Old Town) e da una parte nuova. Nella prima vi sono i monumenti più importanti come la statua della liberazione, le mura e la cattedrale di Aleksandr Nevskij ed è la zona più frequentata dai turisti per il suo stile medievale. La parte nuova ha edifici moderni infatti è stata costruita in tempi più recenti.

Tallinn sostenibile

Tallinn nel 2023 è stata eletta Capitale Verde Europea dall’Unione Europea e perciò si nota molto il suo sviluppo sostenibile. Difatti, i trasporti pubblici sono efficienti, ecologici e gratuiti per tutti i cittadini estoni. Inoltre in tutta la città ci sono rubinetti di acqua potabile, si sfrutta l’energia rinnovabile ed è presente un piano efficace per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Infine la capitale attua molti progetti per promuovere lo sviluppo sostenibile, ad esempio nei supermercati chi compra le bottiglie di plastica paga 10 centesimi in più che poi vengono restituiti quando la bottiglia viene portata in luoghi per l’adeguato smaltimento dei rifiuti. Questo permette di incentivare la sostenibilità e di coinvolgere tutti gli abitanti.

Il nostro soggiorno e la convivenza

Durante queste due settimane abbiamo soggiornato presso l’Old Town Munkenhof, un ostello situato proprio nella parte vecchia di Tallinn. E’ una struttura in linea generale abbastanza accogliente e adeguata con aspetti positivi ma anche alcuni negativi. Ha tre piani con scale  ripide e non c’è l’ascensore, è stato infatti piuttosto faticoso portare le valige in camera. Le pareti potrebbero essere meglio insonorizzate e in alcune finestre a volte passava qualche spiffero.

Abbiamo sperimentato una convivenza tra gli spazi comuni come i bagni, la cucina e le zone relax che erano arredate con divani, poltrone e televisore con accesso a Netflix. Questo ci ha permesso però di stare insieme, aiutarci a vicenda e divertirci nel tempo libero. In cucina non è sempre stato facile destreggiarci tra piatti altrui e odori a cui non siamo abituati, questo perché gli ospiti provenivano da paesi diversi e cucinavano i loro piatti tipici i cui odori non erano sempre per noi gradevoli. Noi lavavamo i piatti prima di mangiare e dopo aver mangiato e anche se apparentemente può sembrare una scocciatura, in fondo sono stati alcuni dei momenti fondamentali dell’esperienza. Non tutti gli ospiti erano persone rispettose delle cose comuni tuttavia, anche se con qualche difficoltà linguistica, ci hanno aiutato date le difficoltà riscontrate per il funzionamento della lavatrice e dell’ asciugatrice e in fondo gli saremo riconoscenti per questo.

Imparare ad adattarsi

Infine, la reception: non sempre si trovava qualcuno a cui fare le nostre richieste e anche se l’incaricato c’era, non era molto solerte a rispondere e risolvere le nostre problematiche ma questo ci ha dato modo di collaborare per trovare delle soluzioni comuni. In fondo una parte centrale dell’esperienza è stata proprio il doversi adattare ad alcune situazioni ben diverse dall’Italia, date dal clima, dal cibo e, soprattutto, dalla cultura e dalla mentalità del posto.

Per la prima volta nelle nostre vite ci siamo ritrovati a far fronte a temperature inferiori agli 0 °C che ci hanno obbligato a vestirci abbondantemente, specialmente se pensiamo che quasi ogni giornata era caratterizzata da abbondanti nevicate; nello stesso periodo, in Italia, si avevano stabilmente 15 °C o più, anche nelle giornate più fredde.

La cucina estone

Per quanto riguarda la cucina estone, possiamo dire di essere rimasti piacevolmente colpiti. È un tipo di cucina fortemente influenzata dalla cultura russa, infatti sono molto diffuse le insalate russe, il marzapane e vari tipi di zuppe quali borsh e solyanka, che sono utili per riscaldare il corpo data l’ostilità del clima. Sono specialità molto diverse da quelle italiane ma questo non deve essere un freno dall’assaggiarle, bensì uno stimolo perché uno degli obiettivi del progetto è quello di immedesimarsi completamente nella cultura locale.

Scoprire una nuova cultura

Il cambiamento più netto è probabilmente dato dalla mentalità estone. Da quando abbiamo conosciuto i nostri ‘buddies’ ci è subito stata chiara l’idea che questi avessero di alcuni aspetti della società, in particolare dell’istruzione. Gli estoni tendono infatti a percepire la scuola come un piacere e in maniera molto più pacata di come facciamo noi italiani, che molte volte ci ritroviamo a far fronte ad ansia, depressione e crisi arrivando a dover persino cominciare a parlarne con degli specialisti. È una concezione completamente diversa, ma che speriamo di poter applicare in ogni aspetto delle nostre vite. Infatti, un’altra chiave di lettura dell’Erasmus è proprio questa: imparare da un’altra cultura a vivere meglio nonostante le varie ed eventuali differenze.

Differenze tra sistema scolastico estone e italiano

Una delle più grandi che abbiamo riscontrato appena arrivati è stata quella dell’ambiente scolastico e del metodo di insegnamento e apprendimento. Prima di tutto le ore scolastiche sono distribuite tra la mattinata ed il primo pomeriggio, hanno una durata di circa 75 minuti ciascuna e sono distanziate tra loro da una pausa di circa 20 minuti. Gli studenti non posseggono una propria aula, a differenza dell’Italia, ma si spostano ogni ora per recarsi in ambienti di apprendimento strutturati e pensati per l’insegnamento di una particolare materia (per esempio l’aula di chimica è direttamente collegata al laboratorio dove gli studenti possono mettere in pratica le nozioni imparate durante la lezione teorica precedentemente portata avanti dal docente oppure, le aule di matematica o fisica presentano altrettanta attrezzatura adibita per l’aiuto all’apprendimento). 

Queste aule molto spesso sono organizzate in modo tale da permettere agli studenti di lavorare in gruppo ed aiutarsi a vicenda durante lo svolgimento delle lezioni, le quali vengono svolte in modo molto meno passivo rispetto a quelle italiane: il contributo degli alunni nella spiegazione e nello scambio di informazioni con l’insegnante è fondamentale, come abbiamo avuto la possibilità di notare per esempio durante le lezioni di storia.

Anche l’assegnamento dei voti scolastici avviene in maniera differente e meno rigida rispetto all’Italia il che rende l’ambiente scolastico meno teso ,portando gli studenti a recarsi a scuola più volentieri. Imparare a conoscere ed apprezzare frammenti della cultura di un altro paese è sempre formativo e soprattutto in questo caso , trattandosi di un argomento molto vicino a noi essendo studenti, abbiamo avuto la possibilità di comprendere i punti forti ed i punti deboli del nostro sistema, aprendoci così all’utilizzo di nuovi metodi i quali potranno in qualche modo migliorare la nostra permanenza al liceo, o anche semplicemente aiutarci ad adottare una visione più ampia di quello che vuol dire apprendimento e farci comprendere ciò che in fin dei conti la scuola cerca di rappresentare. 

Le gite a Helsinki e Riga

Durante le nostre due settimane di mobilità, non solo abbiamo avuto modo di esplorare a pieno Tallinn tramite diverse uscite organizzate sia da noi che dalla scuola ospitante, ma siamo addirittura riusciti ad organizzare ben due gite di un’intera giornata presso Helsinki e Riga. I primi due giorni, li abbiamo dedicati all’esplorazione della Old Town per conto nostro, cercando di ambientarci in quella che per noi era una città completamente estranea. Siamo riusciti a visitare la cattedrale Alexander Nevski, la più importante di Tallinn, ed a vedere la città dall’alto da ben 3 punti panoramici.

Nei giorni successivi, abbiamo avuto modo di rivisitare al meglio la Old Town, aiutati dai nostri buddies estoni che ci hanno illustrato brevemente la storia dietro ai monumenti più celebri della parte antica. Il giorno seguente, la nostra scuola ospitante ha organizzato un’altra visita, questa volta a Kiek-in-de-Kök, ovvero una delle torri che compongono la cinta muraria medievale. Questa volta ad accompagnarci, oltre che ai ragazzi estoni, era presente una vera e propria guida che ci ha condotto attraverso il museo e gli svariati tunnel presenti. Pochi giorni dopo, dopo le lezione mattutine, siamo andati in visita al parco Kadriorg, dove abbiamo avuto modo di vedere dall’esterno anche l’omonimo palazzo.

Il giorno successivo, noi partecipanti al progetto di mobilità, ci siamo messi d’accordo con la docente accompagnatrice per andare ad Helsinki. Per raggiungere la capitale finlandese, ci abbiamo impiegato 2 ore e mezza in traghetto. Prima della partenza, siamo stati noi stessi a cercare le attrazioni ed i monumenti che più valeva la pena visitare così da sapere dove andare ed esporre qualcosa riguardo alla storia dei luoghi più interessanti ai nostri compagni. In particolare, tra le tante cose, abbiamo visto la Cattedrale di Uspenski, il Palazzo del Parlamento, la Chiesa nella Roccia e il Parco Sibelius. Una volta tornati a scuola, ci aspettava una visita organizzata presso il Seaplane Harbour Museum. Qui, accompagnati da una guida, abbiamo avuto modo di vedere da vicino imbarcazioni risalenti fino all’epoca vichinga, e aeromobili datati fino a due secoli fa. Siamo stati persino accompagnati all’interno di una nave che si trovava esterna rispetto alla struttura, e di un sottomarino.

L’ultima uscita organizzata dalla nostra scuola ospitante è stata quella al distretto di Kopli. Anche durante quest’ultima uscita, gli studenti estoni ci hanno fatto da guida, illustrando i punti più importanti e spiegandoci brevemente la loro storia. Per concludere, ci hanno lasciato modo di esplorare da soli il mercato coperto di Kopli nel quale si può trovare di tutto, dai generi alimentari ai vestiti.

L’ultimo sabato siamo stati a Riga, a cui siamo giunti grazie a poco più di 4 ore di autobus. Per Riga, a differenza di Helsinki, siamo riusciti a prenotare un “Free Walking Tour”, che ci ha concesso di visitare la parte bolscevica della città, accompagnati da una guida che ci ha aperto gli occhi su pezzi di storia che sui banchi i scuola non si imparano.

Infine, l’ultimo giorno, avendo il volo di notte, siamo riusciti ad andare a visitare Rocca al Mare, un’attrazione turistica di Tallinn molto in voga. Poco dopo, abbiamo fatto una tappa anche al museo all’aperto poco distante dove, oltre che a fare una passeggiata, siamo riusciti a vedere alcune abitazioni tipiche e storiche dell’Estonia.

I buddies

Cosa dire sui nostri buddies? In questa esperienza siamo stati accompagnati da un gruppo di circa 15 ragazzi che organizzavano, con l’aiuto della scuola, attività e uscite per farci conoscere la città e la cultura. La socialità è molto differente: culturalmente i ragazzi sono differenti, decisamente più chiusi e distanti, ma ciò non ci ha ostacolato dall’instaurare un’amicizia con loro. 

Noi come gruppo

Concludiamo l’esperienza con delle meravigliose amicizie che cercheremo di portare avanti anche nel futuro. Nel momento in cui siamo stati scelti per prendere parte al progetto Erasmus è stata una sensazione unica ma accompagnata anche dalla consapevolezza che avremmo condiviso questa esperienza con ragazzi che nella maggior parte dei casi non conoscevamo.

Siamo quindi partiti come otto sconosciuti e ci siamo ritrovati a condividere le nostre giornate e la nostra quotidianità per l’intera durata del soggiorno.

Durante il viaggio di andata ci siamo presi del tempo per cercare di conoscerci e confrontarci riguardo ai nostri sentimenti o alle nostre aspettative e ci siamo subito resi conto di quante cose avessimo in comune. Ci è servito qualche giorno di convivenza per avvicinarci di più tra di noi e sicuramente la possibilità di  soggiornare in ostello è stata fondamentale. 

Vivere insieme per queste due settimane ci ha portato ad aiutarci, confrontarci, venirci incontro ed essere disponibili in ogni occasione l’uno per l’altro. Ciò che ha reso speciale questa convivenza sono stati i tanti piccoli momenti vissuti insieme come la preparazione della cena, le nostre serate nella common room, i tentativi di fare le lavatrici, gli strani incontri con gli ospiti dell’ostello o le disavventure con i ladri di cibo. Sono queste cose che ci hanno reso, seppure in poco tempo, una piccola grande famiglia alla quale saremo per sempre grati per tutti questi momenti passati insieme.

Arrivati a questo punto qualcuno si potrà domandare come due settimane possono racchiudere un’esperienza così tanto intensa che ci porteremo dietro tutta la vita. All’inizio ce lo chiedevamo anche noi: siamo partiti che eravamo normalissimi ragazzi con le mani in tasca e siamo tornati come un gruppo capace di sorreggersi l’un l’altro. Non togliamo che non sia stato complicato anzi, all’inizio ogni cosa nuova faceva paura e ciò che non conoscevamo ci preoccupava un po’ ma col tempo abbiamo imparato a cercare la bellezza e la serenità nelle piccole cose e a trasformare le difficoltà in sfide. Insieme abbiamo vissuto una vera e propria avventura in una nuova città, in un nuovo alloggio che abbiamo finito per chiamare casa e in una nuova scuola dove ci siamo imbattuti in ragazzi speciali e pieni di voglia di conoscere come noi.

Abbiamo appreso una nuova cultura con la mentalità che niente e nessuno è uguale a come siamo abituati noi e che le cose che non sai sono sempre le più belle.

L’Erasmus è un progetto che ti permette di dare e ricevere, insegnare e imparare, visitare e illustrare, andare e tornare e noi siamo rientrati in Italia con un bagaglio pieno di novità e ricordi. La città di Tallinn ci ha incantati e ogni momento trascorso tra le sue strade, sui bus e tram, a girovagare nel centro tra chiese e musei con i nostri compagni estoni rimarrà per sempre tatuato nei nostri cuori e custodito nel cassetto della nostra memoria.»


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